Il caso giudiziario di Garlasco, uno dei più controversi in Italia negli ultimi due decenni, non smette di stupire. Nonostante la sentenza definitiva contro Alberto Stasi, ex compagno della vittima, le nuove teorie investigative continuano a generare dibattiti e dubbi. In questa occasione, la sorpresa proviene dalla famiglia Poggi, i quali hanno introdotto un nuovo elemento che potrebbe alterare il corso delle future indagini previste per metà giugno.
Il consigliere forense della famiglia Poggi, Marzio Capra, proporrà di estendere la raccolta del DNA anche ai tecnici che hanno precedentemente esaminato i reperti del delitto di Chiara. Questa richiesta, parte di un'indagine rinnovata in cui Andrea Sempio è indagato per omicidio, giunge in un periodo critico e prenderà una direzione definita dall'esaminatore designato dal giudice il 17 e 18 giugno.
Garlasco, la richiesta di DNA: chi sarà coinvolto?
La famiglia Poggi sembra quindi orientata a provocare una 'guerra delle perizie', con possibili impatti significativi sul secondo filone di indagine e sulla situazione giuridica di Sempio, difeso dagli avvocati Massimo Lovati e Angela Taccia. Questi ultimi sostengono che Chiara sia stata uccisa da un sicario al soldo di una rete criminale, una teoria che si fonda anche su una USB contenente articoli su traffici umani e abusi, materiale salvato dalla stessa Chiara prima del delitto. Altresì, un legame con il Santuario della Bozzola, vicino alla sua casa, è stato suggerito.
La Diocesi di Vigevano ha già cercato di difendere il valore spirituale del Santuario, distanziandosi da teorie speculative, specialmente dopo che il rettore subì una estorsione nel 2014. Ora, la famiglia Poggi procede con prudenza, ma spinta dalla volontà di riaprire il caso, sempre nel rispetto della memoria della figlia e basandosi su prove scientifiche. Il risultato delle ulteriori analisi genetiche potrebbe infine chiarire molti dubbi gravitanti attorno al tragico evento.
LEGGI TUTTO
