Un nucleo familiare che ha optato per uno stile di vita semplice ed ecologico si trova ad affrontare una drammatica situazione: tre bambini sono stati temporaneamente allontanati dal loro ambiente naturale di Palmoli e si trovano in attesa di una decisione che potrebbe influenzare significativamente il loro futuro. L'intera comunità segue attentamente gli sviluppi, accompagnati da una crescente preoccupazione riguardo ai possibili esiti.
Protagonisti: la famiglia che sceglie la vita nei boschi
La storia è quella di una coppia, madre originaria dell'Australia e padre del Regno Unito, e dei loro tre figli: una ragazza di otto anni e due gemelli di sei. I genitori hanno deciso di vivere isolati nella foresta di Palmoli, provincia di Chieti, senza servizi di base come acqua potabile o elettricità. Questo per seguire una filosofia di vita in armonia con la natura, coltivando un orto e allevando animali, e adottando l'“unschooling,” cioè l'educazione domestica alternativa alle strutture scolastiche convenzionali.
Tuttavia, secondo le autorità e i servizi sociali, la situazione presentava delle criticità.
Cronaca: avvelenamento, controlli e decisione drastica
L'allarme è stato dato seguito a un drammatico evento di intossicazione da funghi selvatici nell'autunno del 2024, che ha portato al ricovero dell'intera famiglia. In seguito, sono state effettuate verifiche sulla residenza, che è risultata priva di servizi essenziali e con condizioni sanitarie non adeguate. I bambini non frequentavano la scuola né ricevevano cure mediche regolari. Dopo l'incidente, i minori sono stati trasferiti presso una comunità educativa a Vasto dal 20 novembre 2025, con la designazione di un tutore temporaneo e la sospensione della potestà genitoriale.
Attualmente: nuove abitazioni, appello e attesa di una decisione finale
I genitori non si sono arresi e hanno fatto appello contro la decisione. Sono in cerca di una nuova abitazione, temporaneamente offerta gratuitamente, nel tentativo di dimostrare la possibilità di garantire un ambiente adeguato per i loro figli. Tuttavia, la situazione rimane incerta poiché il tutore e il curatore speciale nominati dal tribunale si sono espressi contro la revoca dell'allontanamento, mantenendo i bambini nella comunità protetta e limitando gli incontri con la madre.
Polemiche e dibattiti pubblici: diritti, protezione e manifestazioni
Questo caso ha generato reazioni contrastanti. Da un lato ci sono coloro che sostengono la scelta di uno stile di vita alternativo e critica un'eccessiva interferenza statale, dall'altro chi considera prioritario il diritto dei bambini a condizioni di vita dignitose, a un'istruzione adeguata e a interazioni sociali e mediche appropriate. Si sono verificate manifestazioni pubbliche, petizioni e addirittura minacce contro la giudice responsabile dell'ordinanza.
I prossimi giorni potrebbero portare sviluppi decisivi: i giudici in appello potrebbero accogliere l'appello dei genitori, considerando il rientro dei bambini sotto condizioni specifiche, o potrebbero confermare l'allontanamento. Un'ipotesi intermedia potrebbe vedere un affido temporaneo a membri della famiglia estesa o altri adulti considerati idonei.
Il risultato di questa vicenda non solo determinerà il futuro di tre bambini, ma influenzerà anche il dibattito su come lo Stato debba intervenire nelle scelte educative e nell'impostazione di vita delle famiglie.