Chiara Petrolini, studentessa universitaria di Scienze della Formazione, è al centro di un'indagine che ha suscitato grande attenzione non solo in Italia.
Accusata di aver ucciso i suoi due neonati e di averli sepolti nel giardino della sua abitazione a Vignale di Traversetolo, la vicenda ha shockato l'opinione pubblica.
Situata in via Baietta, la residenza di Petrolini è diventata il triste palcoscenico di questo episodio raccapricciante, che continua a dominare le cronache nazionali.
La giovane, che ha occultato entrambe le gravidanze, si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio preliminare tenutosi giovedì.
Dopo un breve soggiorno negli uffici della procura, durato appena un quarto d’ora, Chiara ha lasciato l'edificio evitando i giornalisti, coprendosi il volto con dei giornali.
Un Nuovo Elemento Emergente dall'Indagine
Le ultime rivelazioni suggeriscono che Chiara potrebbe essere stata vittima di una violenza sessuale due mesi prima di concepire il primo dei due bambini, circa due anni fa.
Questo dettaglio inquietante è stato scoperto attraverso le testimonianze degli amici della studentessa, senza che ella mai lo avesse riferito ai suoi genitori o denunciato alle autorità.
Nonostante l'identificazione del presunto aggressore, l'assenza di una denuncia tempestiva impedisce che possa essere perseguito legalmente. Le indagini continuano per stabilire se Chiara abbia agito da sola o se vi fossero complici.
Durante il periodo di gravidanza, è emerso che la studentessa cercasse su internet consigli su come accelerare il parto e informazioni su farmaci abortivi e sulla sindrome alcolica fetale.
Mentre l'indagine procede, cercando di delineare compiutamente le motivazioni dietro il gesto estremo di Chiara, i genitori restano ufficialmente sotto indagine.
Il puzzle del movente è ancora incompleto, ma gli amici hanno fornito una testimonianza cruciale su quanto subìto da Chiara, aiutando a comporre alcune parti di questa tragica storia.