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Caro benzina, camionisti sul piede di guerra pronti a scioperi e proteste: "L'Italia potrebbe fermarsi"   

  • Il prezzo di benzina alla stelle porta con sé una serie di aumenti a catena. I primi a percepire gli aumenti, oltre ai consumatori finali, sono gli autotrasportatori. E proprio i camionisti avevano previsto uno sciopero nazionale per protestare contro questa situazione per oggi lunedì 14 marzo ma la Commissione di garanzia lo ha bocciato nella giornata di sabato scorso per via del mancato preavviso di 25 giorni. Anche se non si escludono isolate proteste regionali iniziate proprio nel sud italia tra Puglia e Sicilia.

    Sembra invece confermata la manifestazione dei camionisti per sabato 19 marzo, anche se il 15 marzo ci sarà un tavolo di confronto al ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. L'Unatras, l'Unione delle associazioni dell'autotrasporto, ha annunciato da giorni lo sciopero degli autotrasportatori "in tutta Italia. Per protestare contro i mancati segnali da parte del Governo". "La situazione - spiega l'Unatras - è diventata drammatica. Continuando a tergiversare, il Governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti".

    L'aumento dei prezzi dei carburanti, divenuto costante nelle ultime settimane, sta mettendo in seria difficoltà un intero settore, come sottolinea il comunicato diffuso agli organi di stampa: "Il costante e ormai insostenibile aumento del costo del carburante ha determinato una situazione ingestibile per le imprese dell’autotrasporto italiano, che non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti agli stessi aumenti".

    Caro benzina: la protesta dei camionisti

    "È da diverso tempo che Unatras, responsabilmente, ha lanciato l’allarme sulla pesante situazione delle imprese di autotrasporto, che nel frattempo, autonomamente, potrebbero nuovamente decidere di fermarsi in maniera spontanea in alcune zone del Paese. Questo perché - scrivono in una nota - potrebbero ‘semplicemente’ ritenere più conveniente lasciare i propri mezzi sui piazzali piuttosto che continuare a viaggiare in queste condizioni".

    Secondo l'Unione delle associazioni nazionali dell'autotrasporto, se non ci saranno segnali importanti da parte dell'esecutivo, quella del 19 marzo sarà solo l'antipasto di quello che potrebbe accadere in futuro: "Il Governo si era impegnato in tempi brevissimi a fornire le soluzioni più adeguate per consentire alle aziende di fronteggiare l’emergenza- Purtroppo, al di là dello stanziamento degli 80 milioni, che certamente non risolve i problemi della categoria, non ci sono stati apprezzabili passi in avanti. Le manifestazioni che si terranno il 19 marzo rappresentano il primo passo di una vertenza che, se malauguratamente restasse senza risposte, potrebbe sfociare in ulteriori e più incisive iniziative".

    L'incontro del domani per evitare scioperi e proteste

    Unatras e Conftrasporto hanno detto chiaramente che aspetteranno l'incontro di domani Martedì 15 marzo per decidere eventuali e successive manifestazioni: "Tutte le associazioni aderenti ad Unatras, oltre il 90 per cento delle imprese di autotrasporto italiane, valuteranno l’esito dell’incontro e solo allora decideranno se e quali iniziative attuare in aggiunta a quelle già previste per il 19 marzo. Stigmatizziamo pertanto qualsiasi iniziativa che dovesse essere messa in atto prima del 15 marzo, senza rispettare e/o in difformità delle modalità comunicate alla Commissione Garanzia Sciopero.

    Non solo sarebbe in violazione della legge ma potrebbe limitare la libertà di chi ha deciso di svolgere regolarmente la propria attività. Pertanto chi la volesse attuare se ne assumerebbe tutte le responsabilità. Per questo motivo, visti alcuni ambigui segnali che stanno arrivando, ci attiveremo per avviare tutte le azioni precauzionali per garantire la libera circolazione delle merci". 

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