Cronaca

Aspetta l'ambulanza da due ore, Michael muore in casa per un infarto. Al telefono con la moglie: «Ho paura di morire»

  • Ha atteso per due ore l'arrivo di un'ambulanza che potesse salvarlo da un attacco di cuore. Angosciato per quanto stava vivendo, Michael Wright, 33 anni, ha chiamato la moglie al telefono per dirle: «Ho paura», poi il buio. L'uomo, padre di quattro figli, ha atteso da solo in casa a Norfolk, nel Regno Unito, che arrivassero i medici per portarlo in ospedale, ma l'attesa è stata troppo lunga e l'uomo è deceduto. Addolorata sua moglie Vicki, 31 anni, che nonostante lo avesse al telefono, non ha potuto fare nulla per salvarlo.

    Ancora più dura per la 31enne è stato sentire il marito che stava per lasciarla, perché le sue forze lo stavano abbandonando, mentri dolori al petto lancinanti e continui conati di vomito lo hanno costretto ad una strenua lotta per la salvezza, nonostante il crescendo delle gravi complicazioni. «Sono arrabbiata, perché si poteva prevenire. Avrebbe potuto salvarsi. È orribile» ha detto la moglie del defunto ai media inglesi che hanno raccontato la storia di Michael.

    «Ha vomitato mentre era al telefono con me. Ha detto che era molto spaventato», ha aggiunto la donna che ha puntato il dito contro il servizio di ambulanza dell'East of England, colpevole della mancanza di soccorso immediato. L'azienda si è scusata per il grave ritardo, fatale per l'uomo, che secondo il protocollo sanitario prevedeva l'intervento entro 18 minuti.

    «Al momento della chiamata stavamo riscontrando alti livelli di domanda e la nostra capacità di rispondere ai pazienti era significativamente influenzata dai ritardi nelle consegne negli ospedali. Stiamo lavorando sodo per soddisfare la domanda dei nostri servizi reclutando personale clinico aggiuntivo, assumendo più operatori di chiamata e lavorando a stretto contatto con gli ospedali locali per ridurre i ritardi».

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