Mi piace pensare che portiamo dentro di noi un mondo invisibile. Spesso, nemmeno siamo consapevoli di questo giardino segreto, ma è lì, che conserva piccoli segreti e alcuni ricordi.
Poi improvvisamente, in un dato giorno, una chiave apre il nostro mondo invisibile e, senza difese, siamo sfidati a gestire ciò che abbiamo protetto così bene. In uno dei miei testi più letti: "Ciò che la memoria ama è eterno", ti dico che quando ero piccolo non capivo il pianto di mia madre quando leggeva un libro, guardava un film o ascoltava una canzone.
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Ciò che non capivo è che mia madre non piangeva per le cose visibili, ma per l'eternità che viveva dentro di lei e che, nella mia infanzia, non ero in grado di capire.