Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson, accusato di aver provocato decine di migliaia di casi di cancro negli Stati Uniti e in Canada per la contaminazione di amianto nel talco, ha offerto 8,9 miliardi di dollari di risarcimento nei confronti di 70 mila persone, sopravvissuti e familiari di vittime, che hanno fatto causa all’azienda, affrontando una lunga battaglia legale di 10 anni.
Secondo il New York Times, chi era ai vertici dell'azienda conosceva i potenziali rischi da esposizione all’amianto dei prodotti a base di talco, ma nonostante questo i dirigenti hanno sempre rigettato gli studi scientifici presentati nel corso dei decenni precedenti. Ma da una parte, le migliaia di denunce, dall'altra le pressioni governative, hanno messo la J&J all'angolo, anche se ha tentato di minimizzare l'accordo con 2 miliardi di dollari.
Intanto J&J ha sospeso le vendite di talco in Canada e negli Stati Uniti, ma il risarcimento miliardario alle vittime, da parte del colosso farmaceutico, non comporta un’ammissione di illecito o una sentenza penale, proprio perché l’accordo economico chiuderebbe la questione da un punto di vista legale.
Ma non tutti i familiari delle vittime hanno intenzione di accettare un accordo tombale, per il quale serve la maggioranza dei querelanti, altrimenti si andrebbe avanti sul piano processuale, contro chi ha avuto la responsabilità amministrativa dell'azienda.
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