Lo scandalo a luci rosse nel comando della poliza municipale di Silvi (Teramo) potrebbe non avere conseguenze legali. I giudici, infatti, hanno stabilito l'inammissibilità delle riprese che avevano immortalato un vigile e una vigilessa mentre avevano un rapporto nel bagno dei disabili all'interno del parcheggio multipiano dove si trova il comando di polizia locale.
L'episodio risale a tre anni fa. Come scrive Teodora Poeta per Il Messaggero, quella micro-telecamera nascosta era stata posizionata dalla Guardia di finanza con una iniziativa che il giudice Flavio Conciatori ha giudicato «arbitraria e invasiva». Quelle riprese, tra l'altro, erano costate migliaia di euro. Il vigile e la vigilessa erano stati inizialmente accusati di interruzione di pubblico servizio, truffa e falso ideologico. Le prime due accuse erano subito cadute in sede di udienza preliminare, ora è caduta anche la terza.
Le videoriprese sono state giudicate inammissibili anche perché ad autorizzarle non doveva essere il pubblico ministero, come è accaduto, bensì un giudice per le indagini preliminari. Inoltre, il bagno usato per dar sfogo alla passione è considerato un luogo dove va rispettata la sfera intima. Per il tribunale, le telecamere potevano essere piazzate solo all'esterno del bagno pubblico e non all'interno. Nella prossima udienza il giudice ha invitato l’accusa a valutare le prove. Il processo è nato dopo la segnalazione del Comune di Silvi, che si è costituito parte civile.