Curiosità

USP crea un ventilatore polmonare a basso costo per il trattamento di pazienti con coronavirus

  • I guerrieri in prima linea nella lotta contro il nuovo coronavirus hanno appena sviluppato un'arma che promette di rivoluzionare il trattamento di migliaia di pazienti in Brasile e, chissà, nel resto del mondo.

    L'Inspire è un ventilatore che è stato sviluppato da ricercatori del Politecnico dell'Università di San Paolo ( Poli-USP ).

    I ventilatori polmonari sono apparecchiature cruciali nel trattamento della malattia, poiché il coronavirus compromette il sistema respiratorio del paziente.

    A causa del gran numero di persone che hanno contratto la malattia, questa attrezzatura sta iniziando a mancare negli ospedali di diversi paesi, il che rende l'invenzione ancora più importante in questo momento.

    Un altro punto favorevole dell'invenzione brasiliana è il suo basso costo. Inspire può essere prodotto con parti presenti sul mercato brasiliano, il che accelera la sua produzione e, di conseguenza, porta un ritorno più rapido per la popolazione.

    Mentre un respiratore convenzionale costa circa R $ 15 mila, il progetto Poli costerà circa R $ 1 mila, secondo Jornal da USP.

    L'ingegnere e uno dei coordinatori del progetto, il professor Raul González Lima, spiega che, a differenza dei respiratori tradizionali, la produzione Inspire non dipende dai componenti importati.

    Il prototipo del ventilatore polmonare è già in produzione e non necessita di linee d'aria compressa, ad esempio un altro elemento che potrebbe iniziare a mancare negli ospedali brasiliani a causa dell'elevato numero di pazienti con diagnosi di nuovo coronavirus.

    Sempre secondo il ricercatore, le funzionalità di Inspire sono esattamente le stesse di quelle delle apparecchiature convenzionali, come la frequenza del ciclo respiratorio, il controllo del tempo di inspirazione ed espirazione e la miscela di aria con ossigeno.

    Il sondaggio soddisfa una richiesta del consiglio di amministrazione di Poli e riunisce circa 40 persone, tra cui insegnanti, ricercatori, studenti e rappresentanti del settore privato.

    Sempre secondo González, il progetto ha già una licenza open source, cioè è aperto a coloro che sono interessati alla produzione del ventilatore, perché la Scuola Politecnica dell'Università di San Paolo è responsabile del progetto, ma non della produzione delle attrezzature, che devono essere realizzato da società autorizzate dalla National Health Surveillance Agency (Anvisa).

    L'agenzia nazionale, a sua volta, ha già emanato un decreto in cui spiega quali tipi di aziende possono assemblare i fan e richiede che abbiano la certificazione per la produzione di apparecchiature mediche, dentistiche o ospedaliere.

    La creazione di ricercatori all'Università di San Paolo è già rivoluzionaria e porta speranza a migliaia di persone che hanno già contratto il nuovo coronavirus.

    È rinfrescante rendersi conto che, in tempi di pandemia, molte persone lavorano per il bene degli altri.

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