Cronaca

"Uccisi mentre scappavano": l'orrore russo su una famiglia ucraina

  • Ci sono immagini destinate a diventare storia e in questi giorni di guerra in Ucraina, foto e video stanno scrivendo a memoria dei posteri le pagine più scure di questo secolo. L'Ucraina è un Paese ormai quasi completamente raso al suolo dai bombardamenti russi e dai missili che, ormai da tempo, stanno colpendo edifici civili. Chiese, scuole, ospedali sono diventati obiettivi per i razzi dell'armata di Putin. E ora anche i civili che scappano nella speranza di salvarsi sono diventati bersagli mobili per i cecchini e l'artiglieria russa. Un'intera famiglia è stata spazzata via da un mortaio a Irpin, dove da giorni si combatte una delle battaglie più cruente di questa guerra.

    Il New York Times ha deciso di pubblicare la foto scattata dal freelance Lynsey Addario in prima pagina, ha scelto di mostrare a tutti cos'è la guerra in Ucraina. È un uomo freddato alle spalle da un colpo di mortaio mentre aiuta sua moglie, i suoi due figli piccoli e il cane a scappare. È il suo corpo riverso sul selciato in una pozza di sangue, con accanto ancora il trolley che stava trascinando. Sono i cadaveri di una famiglia che voleva solo allontanarsi da questa assurda guerra fratricida e che invece ha trovato la morte in una gelida domenica di marzo.

    Una troupe televisiva stava effettuando casualmente delle riprese in quel momento e ha catturato l'esatto istante in cui viene esploso il colpo di mortaio. Si vede un bagliore accecante, un boato squarcia quel momento di calma apparente e dopo alcuni secondi il silenzio mortale che segue gli spari dell'artiglieria viene spezzato dai latrati disperati del cane che viaggiava insieme alla famiglia. Tutt'intorno s'alzano nuvole di polvere, la testimonianza di una forza distruttiva che aveva appena strappato alla vita due genitori e i loro figli, uno adolescente e una di appena 8 anni. Il tutto mentre i superstiti a quest'ennesima follia umana riprendono a correre senza mai voltarsi indietro, quasi ignorando i cadaveri accanto a loro, guidati dall'istinto di sopravvivenza. Loro sarebbero potuti essere i prossimi.

    L'uomo non è morto sul colpo, come invece è accaduto alla moglie e ai suoi figli. All'arrivo dei militari ancora respirava, ma è spirato successivamente. Stavano percorrendo una strada che non offriva nessun riparo, in direzione del ponte che nei giorni scorsi le forze ucraine avevano abbattuto per rallentare l'avanzata dei russi. Quel ponte, però, quella famiglia non è mai riuscita a raggiungerlo. E la foto in prima pagina del New York Times è la denuncia più cruda e realista di questa guerra.

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