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Turetta aggredito in prigione, emergono indiscrezioni su quanto successo

IIl quotidiano L'Arena ha riportato che il ventiduenne è stato assalito all'interno del penitenziario di Montorio, a Verona, luogo in cui è rinchiuso da diversi mesi. L'incidente, avvenuto nell'agosto scorso, si è verificato nella quarta sezione del carcere, dove Turetta era stato trasferito dopo un periodo in una sezione di protezione.

Il principale autore dell'aggressione è un detenuto di 55 anni, già condannato definitivamente per omicidio e tentato omicidio. Quest'ultimo avrebbe colpito Turetta con un colpo di pugno, ma al momento non ci sono dettagli aggiuntivi sulle condizioni fisiche del giovane. L'episodio riflette le difficoltà e le tensioni che caratterizzano il quotidiano di Turetta in carcere, una figura tristemente nota per l'efferato femminicidio che ha scosso l'Italia nel novembre del 2023.

L'aggressione a Filippo Turetta in carcere e l'identità dell'aggressore

Giulia Cecchettin, una studentessa universitaria di 22 anni, è stata tragica vittima di una relazione finita in tragedia, assassinata con numerose coltellate a Fossò, nella provincia di Venezia. Il suo corpo fu abbandonato vicino al lago di Barcis, in Friuli, e ritrovato dopo giorni di ricerche. Turetta fu arrestato in Germania dopo una fuga che aveva tenuto in sospeso l'opinione pubblica.

Davanti agli investigatori, il giovane ammise l'omicidio, sebbene i suoi avvocati negassero l'esistenza di premeditazione, sostenendo che si trattasse di un atto impulsivo, risultato di un momento di perdita di controllo piuttosto che di un piano preordinato. Durante l'appello fatto il 23 maggio scorso, la difesa ha richiesto l'applicazione di attenuanti significative per ridurre la pena di ergastolo, argomentando che il delitto fu commesso in una fase di rabbia accecante.

Il caso ha attratto l'attenzione di tutta l'Italia, ponendo al centro delle attenzioni il tema della violenza di genere. Elena Cecchettin, sorella della vittima, si è fatta promotrice di una battaglia civile, organizzando iniziative e campagne di sensibilizzazione per chiedere misure efficaci nella protezione delle donne e nella lotta a questo diffuso fenomeno criminale.

L'aggressione di Turetta in carcere non è solo un fatto di cronaca giuridica ma specchia anch'essa la situazione di isolamento e pressione che il giovane affronta dietro le sbarre. L'infamia del suo crimine e la notorietà mediatica del suo processo lo rendono un prigioniero esposto, impossibilitato a rimanere anonimo tra i compagni di detenzione - il che dimostra come la sua situazione continui a produrre effetti sia dentro che fuori il contesto giudiziario.