Curiosità

"Stay at home" è un mantra, un inno o una richiesta di aiuto?

  • Che possiamo passare da un momento all'altro, qui e ora, e che "stare a casa" non è conflittuale, ma necessario e liberatorio. Ecco come dovrebbe essere.

    L'imminenza di catastrofi, crisi o crolli provoca un'illusione generale, un trambusto senza distinzione e molte incertezze.

    Questo perché, per quanto sappiamo che siamo passeggeri nella vita e che non siamo mai al comando, conserviamo ancora, forse inconsciamente, qualche traccia di controllo, crediamo ancora di poter prevedere eventi o evitare situazioni.

    La verità è che a volte possiamo contribuire alle nostre azioni, ma non siamo in grado di controllare il risultato finale.

    Viviamo in tempi difficili, scambiamo le nostre uscite con isolamento e riflessione. Abbiamo dovuto imparare a gestire il tempo che consideriamo sempre scarso, abbiamo deciso di pulire i cassetti, pulire gli angoli, abbiamo dovuto affrontare tutto ciò che era sempre lì, ma è passato inosservato.

    Siamo pieni di informazioni, ma vuoti di risposte e ci siamo resi conto che tutte le nostre certezze fino ad ora sono sempre state incerte.

    Siamo collegati più che mai dai social network, nei nostri gruppi, sui telefoni cellulari, nei messaggi e nelle catene di preghiere e conforto. Stiamo cercando di tenerci per mano senza toccarci, di tenere il giro senza incontrarci.

    Da un giorno all'altro, altre notizie sui decessi, sulla mancanza di letti, sulla tristezza. Inoltre, alla stessa velocità, la solidarietà dimostra che è tutto ciò che possiamo fare come esseri umani che siamo.

    È il mondo che dà le coordinate, è l'esistenza che mostra l'impermanenza di tutto e quanto siamo piccoli di fronte alla grandezza universale.

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