Il presunto serial killer delle prostitute di Prati potrebbe presto avere un volto. Al momento un sospettato è sotto interrogatorio negli uffici della Questura di Roma. Si tratterebbe di un 50enne italiano già noto alle forze dell'ordine per fatti di droga rintracciato in un bed&breakfast vicino alla stazione Termini, in via Milazzo. L'uomo è stato prelevato alle 5.15 del mattino, e secondo quanto emerge indossava ancora gli stessi abiti del giorno degli omicidi. Intanto la Scientifica è a lavoro per i rilievi nell'appartamento in cui è stato trovato.
L'uomo è stato ripreso in varie angolazioni dalle telecamere di sorveglianza dell'are che va da via Durazzo a via Riboty a Roma, dove giovedì mattina sono state uccise tre donne, due cinesi e una colombiana. Secondo quanto scrive Il Messaggero, gli agenti della Squadra Mobile avrebbero anche ascoltato un supertestimone, una donna di nazionalità cubana che sarebbe uscita con l'assassin0 dopo i delitti: «Mi ha detto di avere ucciso tre donne», ha raccontato.
Al vaglio degli investigatori ci sarebbe anche una chat su una piattaforma di incontri a cui era iscritta la sessanticinquenne colombiana uccisa nel seminterrato di via Durazzo. Il passparout per identificare l'uomo che ha massacrato a coltellate Martha Castano Torres, e due donne asiatiche, la cui identità deve essere ancora accertata, sarebbe dentro una chat presente su una piattaforma per incontri. Si tratta di un sito online utilizzato dalla Castano per fissare i suoi appuntamenti con i clienti. È in quei contatti digitali che gli inquirenti sperano di trovare elementi per dare una svolta alle indagini.
Al momento non c'è traccia dell'arma usata per eliminare le tre donne e si stanno passando al setaccio anche i cassonetti presenti nella zona. Dalle testimonianze raccolte finora non sarebbe emerso un identikit dell'aggressore. Su questo punto l'analisi delle telecamere presenti nel quartiere e dei tabulati potrebbe fornire elementi utili, così come l'esame delle impronte rilevate ieri dalle Polizia scientifica.Telecamere, a quanto pare, sarebbero state installate almeno in una casa delle vittime, forse una sorta di protezione vista l'attività rischiosa delle tre donne. Al vaglio anche eventuali tracce di dna presenti sul corpo delle vittime.
Dalla modalità con cui sono stati compiuti gli omicidi, avvenuti a breve distanza, in un arco temporale ristretto e con ferite simili, non si esclude che possa essersi trattato di un piano premeditato. Le due vittime cinesi non sono state ancora identificate e accertamenti sono in corso anche sulla proprietà dell'appartamento di via Riboty. Sui tre omicidi in procura a Roma sono aperti due fascicoli per omicidio volontario aggravato.