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"Bimbi No vax a casa? Misura discriminatoria, rinviare il ritorno in aula di 20-30 giorni": l'opinione di De Luca

"In relazione alla riapertura delle scuole, sento circolare l'ipotesi di tenere a casa i bambini non vaccinati. Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile". Servono misure semplici ed equilibrate, ad esempio rinviare di 20-30 giorni la ripresa, "con l'obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre". Lo ha detto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Posticipare il ritorno in aula, secondo De Luca, "consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un'altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca.

Non sarebbe una misura ideale ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico". Sulla proposta delle Regioni di mandare in Dad solo gli alunni non vaccinati in caso di due positivi in classe, l'Associazione nazionale dirigenti scolastici si è, invece, detta d'accordo. "Detta soluzione - si legge in una nota - otterrebbe di mantenere in presenza un numero più elevato di alunni e potrebbe costituire nei riguardi dei genitori degli alunni 5-11 anni una spinta gentile alla vaccinazione dei propri figli.

L'Andis, in ogni caso, chiede al governo di mettere in campo tutte le soluzioni che possano garantire, compatibilmente con l'evoluzione della pandemia, la prosecuzione delle attività didattiche in presenza". Contrari, invece, alle possibili nuove regole per la scuola la Lega e il Movimento 5 Stelle. "Non si può pensare di discriminare i bambini", hanno sottolineato i partiti. "Nella scuola si insegna l'inclusione, non la discriminazione - ha detto il vicepresidente M5s Michele Gubitosa -. Questa non è una proposta giusta".