Ricercatori brasiliani, guidati dall’UFRJ, sviluppano un farmaco innovativo con la laminina
Ricercatori brasiliani, guidati dall’UFRJ, hanno sviluppato un farmaco innovativo utilizzando la laminina, una proteina della placenta, capace di restituire mobilità a pazienti tetraplegici. Dopo 25 anni di studi, i test hanno mostrato efficacia sia negli esseri umani che negli animali. Il medicinale, chiamato polilaminina, è in attesa dell’approvazione da parte di Anvisa per nuovi test clinici. La ricerca potrebbe rivoluzionare i trattamenti delle lesioni midollari.
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Un gruppo di scienziati brasiliani ha scoperto che è possibile ripristinare parte dei movimenti persi a causa di una lesione al midollo spinale con una proteina presente nella placenta, la laminina. Il trattamento è ancora in fase sperimentale, ma ha già dimostrato efficacia.
Il bancario Bruno Drummond de Freitas e altri partecipanti allo studio hanno ricevuto il farmaco creato a partire dalla proteina laminina, chiamato polilaminina. Nel caso di Bruno, che ha ricevuto il trattamento 24 ore dopo un incidente automobilistico che aveva causato la lesione di una parte estesa del midollo spinale, è stato possibile un recupero completo dei movimenti.
“All’inizio, i medici dissero che sarei rimasto su una sedia a rotelle per il resto della vita. Poi, che forse sarei riuscito a camminare con le stampelle. Ma non ho mai perso la speranza. Un giorno, ancora in ospedale, mossi l’alluce e fu uno shock per tutti. Ogni settimana miglioravo sempre di più”, ricorda Bruno in un comunicato della Fondazione di Amparo alla Ricerca dello Stato di Rio de Janeiro (Faperj), che ha sostenuto lo studio.
Gli effetti della polilaminina sono stati testati anche su animali che avevano subito gravi lesioni. Nei cani, ad esempio, su sei che hanno ricevuto l’applicazione, quattro sono riusciti a recuperare i movimenti.
Attualmente, gli scienziati attendono l’approvazione dell’Agenzia Nazionale di Vigilanza Sanitaria (Anvisa), che potrà autorizzare o meno la realizzazione di nuovi test clinici che rendano possibile un quadro normativo per il medicinale, che è in fase di sviluppo presso l’azienda farmaceutica Cristália, situata a San Paolo.
La ricerca, durata 25 anni, è stata guidata dalla ricercatrice brasiliana Tatiana Sampaio, professoressa dell’Università Federale di Rio de Janeiro (UFRJ), e ha coinvolto altri studiosi e diversi specialisti della salute, come neurochirurghi e fisioterapisti.
Come funziona il farmaco polilaminina?
Il midollo spinale è un punto cruciale di comunicazione tra il cervello e il resto del corpo. Grazie a un complesso insieme di terminazioni nervose, è responsabile dello scambio di informazioni che rende possibile il movimento del corpo.
Per questo motivo, gravi lesioni in questa regione, causate da incidenti come collisioni automobilistiche, cadute o annegamenti con traumi alla testa, possono portare alla perdita dei movimenti di gambe, braccia e piedi, causando tetraplegia.
In questo modo, i ricercatori hanno scoperto che la proteina presente nella placenta, la laminina, prodotta dal sistema nervoso, potrebbe essere la chiave per ristabilire la connessione tra cervello e arti superiori e inferiori nei casi di lesione del midollo spinale.
Inoltre, secondo Sampaio, potrebbe rappresentare una sostituta più economica, semplice e sicura rispetto all’uso delle cellule staminali per cercare di invertire la paraplegia.
“La proteina è un’opzione più semplice, poiché viene prodotta naturalmente dall’organismo per aiutare nel processo di rigenerazione del sistema nervoso. Quello che stiamo facendo è semplicemente imitare la natura”, afferma la ricercatrice dell’UFRJ in un’intervista alla Faperj.
In questo modo, la laminina aiuta i neuroni a creare un nuovo passaggio o via attraverso l’area lesionata fino al neurone più vicino. Questo genera un impulso elettrico che rende possibile il movimento nella zona colpita.
Quando sarà venduto il farmaco?
Il medicinale potrà essere commercializzato solo dopo la realizzazione di nuovi test e un’eventuale autorizzazione dell’Agenzia Nazionale di Vigilanza Sanitaria (Anvisa), che supervisiona la regolamentazione dei farmaci in Brasile.
“Ciò che è iniziato in laboratorio e ora si conferma negli esseri umani dimostra che la ricerca può trasformare vite”, conclude la presidente della FAPERJ, Caroline Alves.