Durante un forum economico a Vladivostok, Vladimir Putin ha rilasciato dichiarazioni minacciose verso le forze straniere che potrebbero essere dispiegate in Ucraina. Il presidente russo ha affermato che tali forze sarebbero considerate bersagli legittimi dall'esercito di Mosca. 'Qualsiasi soldato che appaia sul territorio ucraino durante i combattimenti sarà un obiettivo legittimo', ha enfatizzato Putin, sottolineando che questa mossa non favorirebbe la stabilità a lungo termine nella regione.
Nonostante le minacce, Putin ha anche accennato alla possibilità di una soluzione pacifica, suggerendo che un accordo di pace eliminerebbe la necessità di truppe straniere in Ucraina. 'Se si raggiungesse un accordo di pace, non ci sarebbe bisogno di forze esterne e la Russia lo rispetterebbe completamente', ha dichiarato il presidente russo, evidenziando il rispetto della Russia per accordi pacifici duraturi qualora fossero raggiunti.
Al contrario, dall'Ucraina il presidente Volodymyr Zelensky ha inviato un messaggio di urgenza agli alleati, richiedendo che le garanzie di sicurezza promesse siano attuate immediatamente e non posticipate alla fine del conflitto. 'È essenziale che le garanzie di sicurezza inizino oggi', ha insistito Zelensky, sottolineando l'importanza di un sostegno attivo e immediato da parte dei 26 Paesi che hanno già espresso il loro impegno.
Zelensky ha anche rivelato che la cosiddetta 'coalizione dei volenterosi' è composta da 45 nazioni, con 26 di queste pronte a offrire un supporto concreto. Ha aggiunto che nei prossimi giorni ci saranno ulteriori discussioni con i governi per definire meglio le modalità di collaborazione. Alcuni paesi preferiranno fornire sostegno finanziario e materiale piuttosto che truppe o armamenti, riflettendo la diversità di approcci tra i governi occidentali riguardo al loro coinvolgimento diretto nel conflitto.
