Poesie

"Potessero le mie mani sfogliare", poesia di Garcia Lorca

  • Potessero le mie mani sfogliare

    Potessero le mie mani sfogliare

    Pronunzio il tuo nome

    nelle notti scure,

    quando sorgono gli astri

    per bere dalla luna

    e dormono le frasche

    delle macchie occulte.

    E mi sento vuoto

    di musica e passione.

    Orologio pazzo che suona

    antiche ore mòrte.

    Pronunzio il tuo nome

    in questa notte scura,

    e il tuo nome risuona

    più lontano che mai.

    Più lontano di tutte le stelle

    e più dolente della dolce pioggia.

    T’amerò come allora

    qualche volta? Che colpa

    ha mai questo mio cuore?

    Se la nebbia svanisce,

    quale nuova passione mi attende?

    Sarà tranquilla e pura?

    Potessero le mie mani

    sfogliare la luna!

    Garcia Lorca 

    Nato in una famiglia di piccoli proprietari terrieri nel paesino di Fuente Vaqueros, Lorca è per vari aspetti un ragazzo prodigio, sebbene non raggiunga mai l'eccellenza, non per incapacità, ma per le pieghe del suo complesso carattere, in ambito scolastico. Nel 1909, si trasferisce assieme alla famiglia a Granada, vicina città dell'Andalusia, dove ben presto rimane profondamente coinvolto nelle attività dei circoli artistici del luogo. La sua prima opera letteraria, viene pubblicata nel 1918, ma non ha particolare successo, se non in ambito locale.

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