Negli ultimi tempi, il problema delle mozzarelle sottopeso ha suscitato preoccupazioni tra i consumatori in Italia. Recentemente, studi effettuati su varie marche di mozzarella disponibili nei supermercati hanno mostrato che una notevole quantità di questi prodotti non corrisponde al peso indicato sull'etichetta.
Fra 19 campioni esaminati, cinque non rispettavano i limiti, con un'irregolarità superiore al 25%. Queste mozzarelle non solo presentano un peso inferiore a quanto dichiarato, ma escono anche dai limiti di tolleranza legali, fissati al 4,5% per 100 grammi.
Questi problemi rappresentano una grave questione poiché i clienti si aspettano di ottenere esattamente ciò che hanno pagato. Tra i prodotti testati, una mozzarella prodotta in Slovenia ha attirato attenzioni specifiche; oltre a essere sottopeso, vi sono sospetti che possa includere latte in polvere, cosa che va contro le normative italiane che impongono l'uso di latte fresco.
Le possibile cause di questa riduzione di peso possono variare, dall'essiccazione della mozzarella causata da stress termici o meccanici durante la lavorazione, fino a possibili errori nella calibrazione delle apparecchiature usate nella produzione.
Mozzarelle sottopeso, ecco perché: cosa sta succedendo
Questa situazione non solo compromette la qualità del prodotto, ma erode anche la fiducia dei consumatori nei confronti dei marchi coinvolti.
Nonostante le segnalazioni di sottopeso, alcune aziende, come Galbani, hanno cercato di rassicurare i propri clienti sull'affidabilità dei loro controlli di qualità, sottolineando che ogni lotto viene scrupolosamente monitorato per assicurare la conformità agli standard di produzione.
Tuttavia, risposte a volte evasive non affrontano adeguatamente le preoccupazioni dei consumatori riguardo al peso reale delle mozzarelle.
È fondamentale che le aziende mantengano un dialogo aperto con i consumatori, offrendo trasparenza e affrontando qualsiasi problema di qualità immediatamente.
Il fenomeno delle mozzarelle sottopeso fa parte di una tendenza più ampia di "shrinkflation", dove le dimensioni del prodotto si riducono e il contenuto cala senza una riduzione proporzionale del prezzo.
Questa pratica può significare un aumento del costo per chilo, rendendo i prodotti meno accessibili. Per proteggersi, i consumatori dovrebbero controllare attentamente le etichette e, quando possibile, pesare i prodotti. Inoltre, è opportuno segnalare eventuali discrepanze alle autorità competenti o alle associazioni di consumatori.
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