In Russia e Ucraina chi non è solidale con Putin ha già dato un nome al fenomeno: runazismo. Perché la Z è diventata ormai il simbolo dell'invasione di Mosca e ormai è ovunque: sulle auto, sui muri delle città, sulle magliette. E ora anche sui peluche. Perché la propaganda non ha confini e ormai coinvolge anche i cittadini comuni: uno, in particolare, è diventato virale sui social. Il suo nickname su Instagram è guseva_3377, è della città di Novosibirsk, e sui social pubblicizza peluche fatti a mano per poi venderli. Gli ultimi in particolare hanno fatto in pochi giorni il giro del mondo: si chiamano Putin e Kadyrov (il capo dei ceceni che sta aiutando Putin in Ucraina) e sono due orsacchiotti che addosso hanno un maglione in mohair («tedesco», ci tiene a specificare l'autore) con una Z ben impressa.
Ma l'utilizzo della «Z» ha pervaso l'intero mondo russo: nei giorni scorsi era diventata virale anche una foto di un salone di bellezza in cui le dipendenti si erano fatte fotografare con una maglia con la Z. Ma è solo l'ultima di tantissime iniziative in questo mese di guerra dopo che la lettera è diventata simbolo dell'invasione e ha fatto lei stessa invasione di tv, social e vita quotidiana.
Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri ucraino Kuleba aveva invitato a criminalizzare l'utilizzo della Z: «Invito tutti gli Stati a criminalizzare l'uso del simbolo "Z" come un modo per sostenere pubblicamente la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. "Z" significa crimini di guerra russi, città bombardate, migliaia di ucraini assassinati. Il sostegno pubblico a questa barbarie deve essere proibito». E subito era arrivato l'appoggio della Germania (in molti hanno accostato la Z alla svastica): chi userà la lettera "Z" per manifestare appoggio all'invasione russa dell'Ucraina rischia in Germania di essere perseguito per legge. La decisione, presa già da Baviera, Bassa Sassonia e ora da Berlino, ora vale anche a livello federale: «La lettera Z in quanto tale ovviamente non è vietata ma il suo uso potrebbe in alcuni casi equivalere ad un appoggio alla guerra di aggressione russa», ha dichiarato un portavoce del ministero dell'Interno. «La guerra è un atto criminale e chiunque la approvi pubblicamente può rendersi passibile di azione penale», ha aggiunto. «Le autorità di sicurezza federale terranno d'occhio la situazione, ed accolgono favorevolmente l'annuncio fatto da diversi stati federati di voler esaminare i sospetti casi criminali ed agire di conseguenza».
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