Resta comunque il coprifuoco alle 22, ma verrà introdotta la zona bianca in cui l'unica restrizione consisterà nel portare la mascherina e mantenere le distanze. Inoltre sarà vietato l'asporto di cibi e bevande dai bar dopo le 18 per evitare gli aperitivi improvvisati in strada. Stop anche agli spostamenti tra regioni gialle (servirà un decreto ad hoc per confermare questo divieto alla mobilità) ed entrata automatica in fascia rossa in base all'incidenza, ovvero se si superano i 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti.
Sono queste le prime indiscrezioni che arrivano dal vertice, appena concluso a Palazzo Chigi, del governo con i capidelegazione di maggioranza sul nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio. E intanto, in vista della riunione dell'esecutivo con le Regioni di domattina verso le 10.30, già ci sono le prime avvisaglie di polemica da parte dei governatori. Come quello dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che contesta proprio l'introduzione dell'incidenza settimanale tra i parametri che determinano il colore delle zone. "Quel limite non l'ha chiesto nessuna Regione - chiarisce Bonaccini che è anche presidente della Conferenza delle Regioni - e, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni".
Il governo intanto sta valutando la proroga, al 30 aprile, dello stato di emergenza in scadenza a fine gennaio, anche se sulla nuova data si sta ancora ragionando. Prosegue dunque la lotta contro il tempo per abbattere i contagi: il 16 gennaio partirà il nuovo Dpcm, che verrà illustrato alle Camere dal ministro della Salute Roberto Speranza il 13 gennaio.
Proprio il ministro oggi ha ricordato a Che tempo che fa su Rai3 che "ci sono ancora numerose settimane difficili, in cui abbiamo bisogno del massimo rigore". Il principio ispiratore delle nuove misure sarà quello di andare verso una zona gialla rinforzata. Sembra esclusa l'ipotesi di week end sempre arancioni (come accade già in questo fine settimana del 9 e 10 gennaio). Non dovrebbe cambiare la norma che prevede la possibilità una sola volta al giorno e per un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni) di andare a trovare amici o parenti. Sulle soglie dei parametri che decreteranno i colori delle zone e sulla durata del nuovo Dpcm il governo comunque deciderà solo dopo il confronto con le Regioni di domattina e le comunicazione di Speranza al Parlamento.
All'interno dell'esecutivo si discute invece sull'ipotesi di confermare o meno le restrizioni natalizie riguardo alle visite a parenti e amici (una volta al giorno in non più di due persone con minori di 14 anni al seguito). A parte c'è il grande tema della scuola, al centro di un braccio di ferro fra la ministra Lucia Azzolina.
La zona bianca
Tra le ipotesi, come detto, c'è quella di introdurre la zona bianca che per la verità con i numeri attuali difficilmente sarà raggiungibile da qualsiasi regione prima di febbraio-marzo. Lo status di zona bianca, infatti, si ottiene con un Rt (indice di contagio) non superiore a 0,5 e un tasso di incidenza di 50 casi alla settimana ogni 100mila abitanti.
Chi riuscirà a raggiungere questo traguardo potrà dire addio alle restrizioni: rimarrà infatti solo l'obbligo di utilizzare la mascherina e di rispettare la distanza di sicurezza. Scomparirà anche il coprifuoco dalle 22 alle 5 e riapriranno tutte le attività a cominciare dalle scuole. E poi bar, ristoranti, cinema, teatri musei, centri commerciali, palestre, piscine e impianti sciistici saranno tutti aperti.
L'incidenza dei casi e le 5 Regioni a rischio In base all'ultimo monitoraggio, con l'abbassamento dei parametri relativi all'incidenza dei casi, l'unica regione che andrebbe automaticamente in zona rossa sarebbe il Veneto, che ieri aveva un'incidenza a sette giorni di 454,31 casi per 100mila abitanti. A rischio anche l'Emilia Romagna. In tutto sono cinque ad oggi le regioni o province autonome che superano i 200 casi ogni 100mila abitanti, oltre a Veneto ed Emilia Romagna, ci sono la provincia di Bolzano (231,36), il Friuli Venezia Giulia (205,39) e le Marche (201). In ogni caso, nessuna regione è sotto la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti, quella che, dice la cabina di regia del ministero della Salute, permetterebbe "il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti". L'incidenza più bassa si registra in Toscana, con 78,95 casi ogni 100mila abitanti.
Ancora stop a palestre e piscine
Per lo sport bisognerà attendere. Le palestre dovrebbero rimanere chiuse a gennaio anche se in programma c'è un incontro tra il ministro Vincenzo Spadafora e il Cts del 12 gennaio per stabilire eventuali deroghe per le lezioni individuali. Un'ipotesi, quest'ultima, che tuttavia raccoglie pochi favori.
Impianti da sci fermi Il 18 gennaio non riapriranno gli impianti da sci come era stato ipotizzato. Porte chiuse ancora per musei, cinema e teatri, ad eccezione delle zone bianche.