Nuovi sviluppi nel delitto di Garlasco: nuove prove potrebbero cambiare tutto News

Nuovi sviluppi nel delitto di Garlasco: nuove prove potrebbero cambiare tutto

Il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007 con la morte di Chiara Poggi, ha segnato profondamente l'opinione pubblica italiana. La giovane di 26 anni fu trovata assassinata nella sua casa, dando inizio a un caso che ha visto anni di indagini e processi, culminati nella condanna del fidanzato Alberto Stasi nel 2015. Nonostante la sentenza, molti dubbi sono rimasti irrisolti, con alcune prove potenzialmente trascurate.

Recentemente, la procura di Pavia, ora guidata da Fabio Napoleoni, ha deciso di riaprire il caso in seguito alla scoperta di nuove evidenze forensi, tra cui un'impronta di scarpa che potrebbe sovvertire le conclusioni precedenti. Questo dettaglio, per lungo tempo ignorato, suggerisce ora un diverso possibile colpevole, portando nuova luce su uno dei processi più mediatici del paese.

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Le indagini si sono complicate ulteriormente con l'emergere di una seconda inchiesta che coinvolge figure giudiziarie e forze dell'ordine, tra cui l'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, sospettato di condurre indagini in modo non trasparente e di avere legami controversi con alcuni imprenditori. Le due inchieste procedono in parallelo, sollevando interrogativi sul passato giudiziario della regione.

Un'impronta di scarpa macchiata di sangue, di misura 42, potrebbe ora incolpare Andrea Sempio, anziché Alberto Stasi. Sempio, che porta scarpe di misura 44, potrebbe essere stato erroneamente escluso dalle indagini. Una recente perizia suggerisce che una scarpa Frau, non più in commercio ma prodotta nelle Marche, potrebbe essere stata indossata da Sempio. In parallelo, si indaga anche su alcuni membri dell'ufficio di Venditti, dopo la scoperta di spese sospette legate al gioco d'azzardo.

Il nodo centrale delle indagini è l'impronta numero 42, trovata sulla scena del crimine. Secondo i nuovi accertamenti, sarebbe stata lasciata dall'assassino. Intanto, emergono dettagli sui comportamenti discutibili di alcuni carabinieri coinvolti nell'inchiesta, con spese ingenti in scommesse e giochi d'azzardo. Questi sviluppi sollevano ulteriori dubbi sulla gestione delle indagini originali e su possibili conflitti di interesse all'interno della procura.

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