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No Green Pass in piazza a Torino, nasce il "Movimento di Liberazione Nazionale No Vax". 

  • È l'Ugo Mattei show oggi in piazza Castello a Torino, dove il movimento No Green Pass manifesta di nuovo contro l'obbligo del vaccino per gli over 50 e contro le vecchie e nuove restrizioni decise dal Governo. Quattrocento le persone in presidio: gli attivisti della «Variante Torinese», che da quest'estate organizza contestazioni in città, il neonato «Comitato di Liberazione nazionale», che vede tra gli esponenti l'ex candidato sindaco di Torino, gli anarchici, i No Pass della Valle di Susa. Il filosofo Massimo Cacciari e l'autore televisivo Carlo Freccero hanno aderito. Ma non ci sono. E Ugo Mattei dal palco arringa solitario i presenti.

    «Questa è la rinascita del comitato di liberazione nazionale» tuona. «Mi è stato detto che non è possibile comparare la realtà del regime fascista con la realtà del regime draghista. Invece è così. La parola regime la utilizzo a ragion veduta e non fare questo paragone è da bigotti. Dire che questa situazione non è paragonabile al fascismo serve solo al potere». Vuole fondare un partito? «No, i partiti ci sono già. Bisogna uscire da questa logica monotematica».

    Mattei attacca anche «La Stampa», parla di «giornale di regime», accusando il quotidiano di comportarsi come nel periodo fascista quando Concetto Pettinato ne diventò direttore per volere di Mussolini.

    In fondo Mattei ci aveva già provato questa estate, prima delle elezioni amministrative. Candidato sindaco per una lista civica, sin dal primo momento si è messo alla testa del popolo del «No». Ora «No Green Pass», all'epoca «No Vax» o «Free Vax». La sua lista «Futura Beni Comuni» aveva preso 765 voti. Adesso ci ritenta: «Rappresentiamo un'alternativa sociale», urla. Lanciandosi in una ricostruzione storica: «Mussolini fu voluto da Confindustria». Un parallelismo con i pseudo «poteri forti» nel mirino dei no Pass.

    Mascherine ce ne sono poche. «È una museruola» dice Pino Fontanarosa, dipendente dell'Avio. Che ha anche ritirato da scuola suo figlio di sedici anni: «Togliamo i nostri ragazzi da questi lager».

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