«L’amma affucat»: la confessione dell'omicidio di Marzia Capezzuti in una videochiamata fatta su Instagram da un ragazzo di 15 anni alla sorella maggiore e consegnata agli investigatori ha portato all'arresto di tre persone. In carcere per aver ucciso la 29enne milanese il cui cadavere fu ritrovato ad ottobre in un casolare di Montecorvino Pugliano (Salerno) sono finiti Mariabarbara Vacchiano, cognata della ragazza, ed il compagno Damiano Noschese, mentre il figlio 15enne della coppia è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in un istituto penale minorile.
Annamaria, la sorella maggiore del 15enne arrestato, aveva capito che in quella casa, dove lei non abitava, Marzia era vittima di violenze ed è riuscita a strappare la confessione durante una videochiamata che ha registrato e consegnato agli inquirenti. Nel video di 4 minuti e 27 secondi il ragazzo, 14enne all'epoca dei fatti, racconta le modalità e il luogo dell'omicidio della 29enne, del quale voleva assumersi la responsabilità per coprire la madre e il compagno. Mariabarbara Vacchiano avrebbe soffocato Marzia strangolandola, per poi portare il cadavere in un casolare abbandonato a Santa Tecla. Il minorenne è accusato di omicidio e occultamento di cadavere. I due maggiorenni, invece, sono ritenuti responsabili anche di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona e indebito utilizzo di carte di pagamento.
Le indagini, inoltre, hanno permesso di ricostruire le ultime ore di vita della 29enne. Secondo gli investigatori i tre indagati avrebbero portato via Marzia dalla loro abitazione nel cuore della notte. Gli accertamenti svolti e le dichiarazioni raccolte hanno, poi, permesso ai carabinieri di individuare la zona nella quale era stato abbandonato il cadavere che è stato ritrovato il 25 ottobre scorso in un casolare abbandonato di Montecorvino Pugliano.