La norma che dovrebbe occuparsi di cyberbullismo, quindi teoricamente di tutela del minore, transitando alla Camera, con i relatori Dem Micaela Campana e Paolo Beni è divenuta, con i profondi ritocchi dei relatori e della Commissione riunite Giustizia e Affari sociali, una vera e propria norma ammazza web, che riguarda anche e soprattutto ogni maggiorenne che si affaccia alla rete internet. E sì, perché diversamente dalla disposizione originaria approvata anche dal Senato, che era incentrata principalmente sulla tutela del minore, il testo uscito il 27 luglio, è stato completamente stravolto, divenendo una norma repressiva sul web a tutti gli effetti.
Nel testo e nelle altre disposizioni scompaiono i riferimenti ai minori al fine di delimitare l’ambito di applicazione della norma. In base a questa, qualsiasi attività, anche isolata (e quindi effettuata anche una sola volta), compiuta dai cittadini anche maggiorenni sul web conferisce la possibilità a chiunque (altra innovazione portata dalla Camera) di ordinare la cancellazione di contenuti, salva la possibilità che questa attività venga ordinata dal garante privacy. E chi non si adegua? Rimozione e oscuramento dei contenuti e sanzione sino a 6 anni di carcere. In pratica le attività di critica sui social network, attraverso blog o testate telematiche, farà scattare la possibilità di richiedere la rimozione del contenuto, dell’articolo, del messaggio, di qualsiasi cosa insomma sia presente sul web, con la possibilità di far bloccare il contenuto anche rivolgendosi al garante privacy.
Un blog scomodo, una commento troppo colorito sul forum, una conversazione un po’ ardita tra maggiorenni su Whatsapp, qualsiasi pubblicazione di dati a opera di maggiorenni, qualsiasi notizia data su un blog o su una testata, e che riguardano maggiorenni, ricadranno in quella definizione e saranno oggetto di possibile rimozione.
Sei anni di carcere per i cittadini, i blogger e le testate che pubblichino anche una sola informazione in grado di violare i dati personali o di ledere l’onore e la reputazione di qualsiasi soggetto, con confisca del telefono, del computer e rimozione del contenuto obbligatoria. È questa la novità di agosto (in realtà del 27 luglio) della proposta di legge C 3139 (prima firmataria la senatrice Dem Elena Ferrara), che, con l’accordo di tutte le forze politiche, eccetto alcuni parlamentari di opposizione che ne hanno contestato l’applicazione, verrà votato dalla Camera a partire dal 12 settembre prossimo.
Chissà perché scelgono di presentare Leggi per nulla conformi alla democrazia sempre nei periodi feriali o festivi, forse perché la democrazia non è conforme al loro di “bullismo”?
La legge che si apprestano a varare inutile dirlo, è la solita legge porcata volta al fine di difenderci da una parte insignificante della società alla quale basterebbe dare una buona dose di buona educazione e che proprio per la mancanza di educazione da parte delle famiglie di appartenenza e da una parte l’insegnamento di “educazione civica” da parte dello Stato nelle aule scolastiche, si permette a ragazzini viziati e ineducati, di fare e creare azioni di prevaricazione nei confronti dei più deboli e indifesi, che proprio per il loro stato in essere, dovrebbero essere quelli tutelati dai componenti di governo e dello Stato a cui appartengono, i quali si azionano neanche a dirlo, proprio come gli attuali politici in un bullismo senza fine.
Questo avviene proprio grazie a governo e Stato assenti, così, come soggetti civici che non hanno senso alcuno dello Stato, non trovano di meglio che lavarsene le mani emanando leggi che nulla hanno a che fare con il problema, ma che in compenso mettendo le mani avanti (noi la Legge l’abbiamo fatta) si mettono al sicuro con appositi cavilli inseriti nella Legge, su qualsiasi azione volta più a difendere se stessi che l’intera società dal bullismo, società che peraltro non ha dato loro delega alcuna non essendo stati votati ma imposti dalle segreterie di partito, tradendo così la Nazione in campo internazionale e ancor più la Popolazione in quello Nazionale, nella depravazione e prevaricazione totale di qualsivoglia stato in essere, di che è già di per se una persona spregevole e prevaricatrice.
Sta per arrivare la fine del web come lo conosciamo e che determinerà senza alcun dubbio, la fine di blog come il nostro, visto che non avrà senso denunciare fatti e misfatti, se non si potrà più fare i nomi di chi li compie col rischio di farsi 6 anni di carcere per informare chi non sa.