Alessia Pifferi, condannata per l'omicidio della sua giovane figlia Diana e ora rinchiusa in isolamento nel carcere di Vigevano, vive giornate di estrema difficoltà.
La Corte d'Assise di Milano la ha trovata colpevole di aver lasciato morire di stenti la bambina di due anni. Da San Vittore è stata trasferita a luglio in questa nuova prigione, come rivelato dal suo avvocato, Alessia Pontenani, su Mattino Cinque News.
Alessia Pifferi, la vita in carcere
Il trasferimento ha segnato un altro duro colpo per Pifferi. Secondo l'avvocato, la detenuta si trova in condizioni preoccupanti: "Isolata in cella, precedentemente aveva una compagna. Ora passa le giornate davanti al televisore, selezionando soltanto certi canali, evitando le notizie. Non ha contatti se non con gli agenti carcerari e il cappellano. Alessia teme per la sua sicurezza, essendo stata minacciata, e ora evita qualsiasi forma di socializzazione."
Stato attuale e relazioni
L'avvocato Pontenani, ora l'unica visita permessa, continua a fornire supporto psicologico e legale. Ha notato un significativo deterioramento fisico e mentale in Pifferi, che ha persino sospettato di aver contratto la tubercolosi. "Non parla quasi mai di Diana, sembra usare il silenzio come uno scudo. Il recente anniversario della morte della bambina e la morte dell'ex marito sono avvenimenti che hanno aggravato ulteriormente il suo stato, nonostante ciò chiede se qualcuno curi la tomba di Diana."
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