La semilibertà di Alberto Stasi confermata dalla Cassazione News

La semilibertà di Alberto Stasi confermata dalla Cassazione

La questione della semilibertà di Alberto Stasi, condannato per l'omicidio di Chiara Poggi nel 2007 a Garlasco, continua a suscitare dibattiti. Dopo un lungo periodo di detenzione e un complesso iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha confermato, nel luglio scorso, la decisione di concedere a Stasi la semilibertà, respingendo il ricorso della Procura generale di Milano. La decisione arriva nonostante le polemiche suscitate da un'intervista rilasciata da Stasi a 'Le Iene' durante un permesso premio, che secondo l'accusa avrebbe violato le norme del regime carcerario.

La Suprema Corte, presieduta da Giuseppe Santalucia, ha giudicato il ricorso infondato, affermando la legittimità dell'ordinanza del 9 aprile che ammetteva Stasi al regime di semilibertà. Secondo la Cassazione, il Tribunale ha valutato adeguatamente l'intervista, considerando che non violava le prescrizioni e non comprometteva il percorso di riabilitazione di Stasi.

Nonostante il riconoscimento di alcuni aspetti critici nella personalità di Stasi, la Corte ha sottolineato che il percorso di reinserimento nella società deve essere continuamente monitorato. La sentenza evidenzia che il Tribunale ha riconosciuto 'criticità residue di personalità', legate non tanto all'intervista quanto alla tendenza di Stasi a proiettare un'immagine positiva di sé.

La Corte ha interpretato questo comportamento non come un atto di sfida alla giustizia, ma come parte di un processo psicologico complesso, che richiede ulteriori verifiche per mantenere il suo valore trattamentale.

La decisione di concedere la semilibertà a Stasi è stata supportata da una valutazione scrupolosa del Tribunale di sorveglianza, che ha analizzato positivamente l'evoluzione della personalità del detenuto e la sua progressiva risocializzazione, come confermato dagli operatori penitenziari.

Nonostante le critiche della Procura generale di Milano, che aveva contestato l'adeguatezza della valutazione del comportamento di Stasi durante il permesso premio, la Cassazione ha respinto ogni obiezione, confermando la coerenza e la chiarezza delle motivazioni dei giudici della Sorveglianza.

In conclusione, la legittimità della semilibertà di Stasi è stata sancita dalla Cassazione, che ha ribadito l'importanza del percorso di risocializzazione rispetto alle singole azioni. Questa decisione chiude un capitolo giudiziario della vicenda di Garlasco, ma il dibattito mediatico e sociale su Stasi e il suo ruolo nell'omicidio di Chiara Poggi rimane aperto.

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