Recentemente, la scomparsa di Papa Francesco e il successivo conclave hanno fatto rifiorire l'interesse verso una antica profezia attribuita a San Malachia. Questa predizione, sebbene ritenuta un falso da molti studiosi, continua a generare discussione, in particolare ora che il futuro della Chiesa appare di nuovo incerto.
La profezia di Malachia: un mistero tra mito e realtà
Secondo la tradizione, l'arcivescovo irlandese San Malachia avrebbe redatto queste profezie nel XII secolo, prevedendo il numero e le caratteristiche dei pontefici fino al 2027. Tra questi è citato 'Pietro il Romano', che secondo alcune interpretazioni oscure, porterebbe la Chiesa verso l'Apocalisse. La profezia, pubblicata per la prima volta nel 1595 da un monaco benedettino, descrive 112 pontefici a partire da Celestino II.
L'apocalisse e il ruolo di Pietro il Romano
L'ultimo segreto della profezia parla di una grande persecuzione della Chiesa, guidata da Pietro il Romano, che nell'affrontare immani tribolazioni, vedrebbe la distruzione di Roma e l'avvento del Giudizio Universale. Queste visioni, seppur lontane dalla realtà attuale, hanno riacceso dibattiti e speculazioni, specialmente dopo la morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile 2025.
Interpretazioni e dubbi
Nonostante l'aura di mistero, molti storici dubitano della veridicità di questa profezia. Arnoldo Wion, il monaco che diffuse i documenti nel 1595, non fornì mai prove concrete dell'esistenza del manoscritto originale. Inoltre, vi sono incongruenze storiche e menzioni di antipapi, consolidando la teoria che possa trattarsi di una falsificazione basata su pubblicazioni preesistenti del XVI secolo.
Il fascino persistente della profezia di Malachia
La profezia di Malachia, nonostante le critiche e i sospetti di falsificazione, continua a esercitare un certo fascino. L'elemento di mistero rimane intrigante per molti, anche di fronte a evidenti questioni storiche e teologiche.