Dania Mondini, giornalista Rai e conduttrice del Tg1, ha denunciato in procura di essere stata vittima di un caso di stalking sul posto di lavoro, facendo i nomi di cinque colleghi e dirigenti che l'avrebbero emarginata e punita come potevano. L'epoca dei fatti è il 2018 e tra le altre cose la giornalista avrebbe messo nero su bianco che una delle azioni"punitive intraprese nei suoi confronti, sarebbe stata la scelta di metterla in stanza con un collega che notoriamente avrebbe sofferto di "flatulenze ed eruttazioni". Di tutta risposta Mondini comunica ai vertici del telegiornale che si rifiuta di prendere posto nella stanza. Da qui quelle che ritiene altre ritorsioni: denuncia aggressioni di natura verbali per errori trascurabili, e ancora servizi che considera al di sotto della sua posizione, "brevi e banali".
Un demansionamento per colpa del quale avrebbe sofferto di stress, e anche i referti medici finiscono in procura. Le indagini condotto portano all'ascolto di sei colleghi, per cinque di questi non ci sarebbe stato nessuna persecuzione nei confronti della giornalista, mentre uno conferma la sua versione.
La procura sceglie di archiviare il caso per stalking, rinviando alla valutazione di un caso di mobbing. Ma poi, come raccontato oggi nei particolari dal quotidiano Repubblica, succede una cosa che nei palazzi di Palazzo di Giustizia non si vede tutti i giorni: il procuratore generale Marcello Monteleone avoca a sé l'inchiesta, allontana il pm dall'indagine e decide per l'incriminazione per stalking per i dirigenti Rai denunciati che ora con tutta probabilità dovranno affrontare un processo per rispondere alle accuse.