La loro abitazione, priva di servizi convenzionali come l'acqua corrente o l'elettricità, si sostiene autonomamente: l'acqua proviene da un pozzo, l'energia solare da pannelli fotovoltaici e il riscaldamento da stufe a legna.
Il Tribunale per i minorenni di L'Aquila ha deciso di togliere i bambini dai genitori, affidandoli a una casa famiglia. Tale decisione si è basata sulla percezione di un rischio dovuto all'ambiente di vita e alla mancanza di adeguata socializzazione per i minori, suscitando un'ampia discussione sulla libertà di scelta dello stile di vita in contrapposizione con l'obbligo di tutela dei minori.
I genitori esprimono profonda delusione per la decisione del tribunale, attaccando tramite il loro legale le motivazioni della corte come infondate e criticando le presunte falsità riguardanti l'abitabilità e l'isolamento della loro casa. La questione ha suscitato interesse anche a livello politico; il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato di un'azione drastica e prevede di inviare ispettori per verificare la situazione.
Matteo Salvini, leader della Lega, ha criticato l'intervento dello stato nelle decisioni educative dei genitori, definendolo un "rapimento indegno", con un movimento online che ha generato una forte risposta pubblica. Una petizione a sostegno della famiglia ha raccolto migliaia di firme. I legali sostengono che i bambini, nonostante siano turbati, rimangono resilienti, ben informati dai genitori sugli sviluppi della loro situazione. Nathan, il padre, ha scelto di ritirarsi dal confronto pubblico, mentre la madre ha preso decisioni radicali.
L'affaire attira ancora l'attenzione nella comunità di Borgo Virgilio, dove la famiglia ha vissuto un'esistenza immersa nella natura. Dopo la rimozione dei bambini dal loro ambiente naturale da parte delle autorità di L'Aquila, Catherine Birmingham, la madre, ha deciso di interrompere il silenzio. Le sue parole hanno alimentato ulteriormente il dibattito su questioni sensibili come le scelte educative alternative e i diritti parentali.
Negli incontri con i suoi bambini nella casa famiglia, Catherine li descrive meravigliosamente felici, ma sottolinea come questa euforia sia in realtà un riflesso della loro ansia. Nonostante le restrizioni, assicura il suo supporto costante. Ha inoltre difeso fermamente la loro scelta di "unschooling", un metodo educativo che promuove l'apprendimento naturale, fuori dalle aule scolastiche tradizionali.
Attualmente, i bambini risiedono in una casa famiglia, vedendo la madre solo in momenti specifici. Catherine spera in un loro rapido ritorno a casa e non esclude la possibilità di trasferirsi temporaneamente in Australia se la situazione persiste. La situazione rimane un simbolo delle tensioni tra i diritti dei genitori di educare i propri figli e il dovere delle istituzioni di proteggerli.