In via Parea sul cancello verde del civico 16 sono apparsi dei palloncini bianchi a forma di cuore. Sopra c'è una scritta: Diana. La bambina di 16 mesi morta di stenti in un lettino da campeggio nella casa in cui la mamma Alessia Pifferi l'ha abbandonata per sei giorni. Se si alza lo sguardo, si possono ancora vedere i suoi abitini rosa stesi ad asciugare. La piccola era in un lettino da campeggio e a fianco c'era il biberon ma anche una boccetta di benzodiazepine piena a metà.
«Sapevo che poteva andare così». È quanto avrebbe detto, in sostanza, la donna di 36 anni.
Nel quartiere Lambro di Milano insieme allo sgomento ci sono voci contrastanti su quella donna di 37 anni che ora è accusata di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e premeditazione. C'è chi dice che non giocasse mai con la bambina il cui padre è al momento sconosciuto e chi invece la dipinge come una madre affettuosa: «La bimba era sorridente, salutava», racconta una vicina a Fanpage. Ma era anche «magrolina ma bella», dicono ancora. Come riporta Il Giorno, in via Parea si parla di una bambina «che nessuno ha mai visto camminare» e che la madre portava sempre in giro con il passeggino. Sul suo stato di salute e sulla circostanza, sempre indicata dal quotidiano, che la piccola non sarebbe mai stata visitata da un pediatra sarà ora l'autopsia a fare chiarezza