Simona Cinà, una giovane pallavolista di 20-21 anni e studentessa, è stata tragicamente trovata morta sul fondo di una piscina in una villa a Bagheria, durante una festa di laurea. Il suo corpo era situato in un angolo poco illuminato, lontano dal bar e dalla consolle musicale. Sono stati necessari gli sforzi di due ragazzi, che si sono tuffati per recuperarla e tentare di rianimarla prima che arrivassero i soccorsi.
Contrasti tra la famiglia Cinà e la Procura
La famiglia di Simona, attraverso i loro avvocati, ha sollevato dubbi riguardo alcuni vestiti non ritrovati, la mancanza di alcolici e la pulizia degli ambienti. I fratelli hanno notato l'assenza dei vestiti di Simona, trovando solo le sue scarpe, nonostante la festa fosse stata annunciata. Sono inoltre perplessi sul ritardo con cui sono stati informati dell'accaduto e sul silenzio mantenuto dai presenti alla festa.
La Procura di Termini Imerese, d'altra parte, ha sequestrato alcolici, vestiti e altri effetti personali, negando qualsiasi manipolazione del luogo del ritrovamento. I testimoni hanno collaborato e le discrepanze tra le testimonianze hanno portato all'apertura di un'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti.
Possibili cause: malore, incidente o sostanze?
La Procura sta considerando l'ipotesi di un malore improvviso, forse occorso prima dell'annegamento. Non è esclusa nemmeno la possibilità che Simona abbia ingerito involontariamente sostanze, magari messe nel suo drink durante la festa. I familiari negano categoricamente che la ragazza abbia mai fatto uso di droghe volontariamente, ma rimane aperta l'ipotesi di un'azione compiuta da altri senza il suo consenso.
L'autopsia rivelerà la verità
L'autopsia, prevista per giovedì, insieme agli esami tossicologici, chiarirà definitivamente le cause della morte e la possibile presenza di acqua nei polmoni, indicativa di annegamento. Questo passaggio è cruciale per risolvere i misteri legati alle divergenze tra le dichiarazioni della famiglia e della Procura.
La richiesta di chiarezza della famiglia Cinà
I genitori, la sorella gemella Roberta e il fratello Gabriele chiedono chiarezza completa: vogliono comprendere le ragioni della morte di Simona, il motivo per cui è rimasta in piscina nonostante fosse una nuotatrice esperta, e perché l'allarme non è stato sollevato immediatamente. Essi sollecitano un'indagine basata su fatti concreti, evitando speculazioni inutili.