Cronaca

Il nuovo Dpcm. Le misure del governo Draghi per dopo Pasqua

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contenente le nuove misure anti-Covid e le norme sugli operatori sanitari no-vax. Il provvedimento entrerà in vigore il 7 aprile e resterà valido fino alla fine del mese. Niente zone gialle fino al 30 aprile, ma con delibera del governo - almeno secondo quanto previsto dalla bozza - potranno essere fatte deroghe specifiche in base all'andamento dell'epidemia e del piano vaccinale.

Nelle zone rosse non sarà consentito andare a trovare parenti o amici una volta al giorno e in massimo due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) come invece sarà permesso nel weekend di Pasqua quando tutta Italia sarà in rosso. Le visite, sempre una sola volta al giorno e sempre in non più di due persone, saranno invece consentite in zona arancione, all'interno del comune di residenza. "Esprimo soddisfazione per un decreto legge che mette la tutela della salute al primo posto. Vincere la battaglia sanitaria è la premessa per la vera ripartenza del Paese", ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del Cdm.

Lega contro il ministro Speranza "Noi ci appelliamo alla scienza, noi ci fidiamo dei medici italiani. Se i dati scientifici classificheranno una Regione come ancora a rischio, cioè rossa, si manterranno le chiusure. Se invece i dati scientifici classificheranno una regione come più sicura, cioè gialla o bianca, si comincerà a riaprire. Semplice. Non si possono rinchiudere fino a maggio 60 milioni di persone e migliaia di attività economiche, sportive o culturali, per scelta politica, non medica o scientifica, del ministro Speranza".

Prima del Consiglio dei ministri ci sono stati ripetuti contatti tra la Lega e il presidente del Consiglio, Mario Draghi, fanno sapere fonti del Carroccio, secondo cui non c'è nessuno screzio con il premier, ma la Lega è convinta della necessità di seguire i dati scientifici. "Avremmo preferito un'apertura maggiore ma siamo soddisfatti perché non è passata la linea della chiusura totale e le revisioni verso le aperture saranno sempre possibili, ogni settimana", hanno detto ancora fonti governative leghiste. "Basterà una delibera del Cdm per cambiare in meglio se i dati lo consentiranno. 

Dal 29 marzo al 02 aprile

Sono i cinque giorni che precedono Pasqua, dunque le regioni rosse continueranno a essere in lockdown, con le restrizioni che ne conseguono. Le altre in zona arancione, quindi con la possibilità ad esempio di tenere aperte più categorie di negozi e la riapertura delle scuole. In ogni caso bar e ristoranti resteranno chiusio in tutt'Italia almeno fino al 6 aprile.

Spostamenti: si può uscire dalla propria regione soltanto per motivi di lavoro, salute, urgenza. Mentre riguardo le seconde case sono consentiti gli spostamenti (ma solo per il nucleo familiare e laddove non vi sia un'ordinanza locale che lo vieti).

Dal 02 aprile al 06 aprile 

Come ogni venerdì si riunirà la cabina di regia per esaminare i dati del monitoraggio settimanale e decidere i cambi di colore da lunedì 5 aprile (eventuali regioni gialle lo diventeranno però solo il 7 aprile per effetto del Decreto Draghi).

Pasqua: 3, 4 e 5 aprile Norme ad hoc per Pasqua (sabato, domenica e lunedì): tutta Italia sarà zona rossa. Si può uscire di casa solo per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità e, una volta al giorno, da amici e parenti in ambito regionale.

6 aprile E' l'ultimo giorno in cui resta in vigore il decreto Draghi. Quindi - sulla base del monitoraggio di venerdì 2 aprile - l'Italia tornerà a colorarsi di rosso, arancione o bianco: dipenderà dai dati.

Scuole e Dad

Un'altra delle principali novità riguarda le scuole. Si tornerà in presenza anche nelle zone rosse fino alla prima media mentre in quelle arancioni saranno in classe gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, ma al 50%.

I governatori non potranno emanare ordinanze più restrittive per sospendere l'attività in presenza, è previsto dalla bozza. "Dal 7 aprile al 30 aprile è assicurato in presenza sull'intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi" fino alla prima media, si legge. Una disposizione che "non può essere derogata da provvedimenti dei Presidenti delle Regioni e, delle Province autonome".

L'obbligo del vaccino per i sanitari

"Quando l'azienda sanitaria locale competente accerta l'inosservanza dell'obbligo vaccinale ne dà immediata comunicazione all'interessato - si legge nella bozza -, al datore di lavoro e all'Ordine professionale di appartenenza e sospende il diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da SARS-CoV-2".

Il lavoratore può essere trasferito a mansioni "che, comunque, non implicano rischi di diffusione del contagio". Ma quando l'assegnazione a diverse mansioni non è possibile, "per il periodo di sospensione non è dovuta la retribuzione, altro compenso o emolumento, comunque denominato". Avranno l'obbligo di vaccinarsi "gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali".

Delusione da parte dei medici: "incompleta e insufficiente la tutela penale per i professionisti, che hanno operato in un contesto straordinario" e poco incisive anche le norme sull'obbligo vaccinale, commenta "a caldo" il presidente della Fnomceo Filippo Anelli. "Se il Decreto sarà approvato nei termini delle bozze che stanno circolando, non possiamo nascondere un po' di delusione: i provvedimenti a tutela dell'operato dei professionisti durante il Covid non recepiscono appieno le richieste avanzate dal mondo medico, limitandosi a esimere i vaccinatori dalla punibilità per omicidio colposo e lesioni colpose a seguito della somministrazione del vaccino - spiega - E anche le norme che introducono il cosiddetto "obbligo vaccinale" per i sanitari sono in realtà poco incisive, limitandosi alla sospensione, tramite un iter piuttosto farraginoso, dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali".

Dopo l'ok del governo, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia commenta: "L'intervento giuridico sull'obbligo vaccinale, condiviso da tutto il Governo, è in linea con l'obiettivo di accelerare il completamento del piano di vaccinazione. E in questa direzione, va anche la norma sulla responsabilità sanitaria da somministrazione del vaccino antiCovid". Scudo per i vaccinatori Per omicidio colposo e lesioni personali colpose "verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV -2, effettuata nel corso della campagna vaccinale straordinaria in attuazione del Piano" nazionale, "la punibilità è esclusa quando l'uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all'immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attività di vaccinazione".

Bar e ristoranti

Restano chiusi. Possibile solo l'asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti. In caso di ripristino delle zone gialle, bar e ristoranti potranno riaprire a pranzo.

Palestre, piscine, cinema, teatri

Ancora niente aperture fino al 30 aprile. Se la verifica di metà mese darà esito positivo e dunque torneranno le zone gialle, si potrebbe valutare la riapertura di cinema e i teatri con le regole che erano già previste nel precedente decreto: prenotazione obbligatoria, massimo 200 spettatori al chiuso e 400 all'aperto. Possibile riapertura anche per i musei.

Seconde case

Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive. È il caso ad esempio di Campania Puglia e Liguria, che hanno posto per Pasqua il divieto non solo per i non residenti ma anche per i residenti. L'accesso alle seconde case per i non residenti è vietato in Valle d'Aosta, Alto Adige, Trentino, Toscana, Sardegna. In Sicilia si entra solo con tampone negativo effettuato 48 ore prima dell'arrivo.