Il ritrovamento di una borsa bianca in un canale vicino al luogo dove Chiara Poggi fu uccisa ha sollevato nuove domande con la riapertura delle indagini dalla Procura di Pavia. Questo avvenne l'11 agosto 2007, quando due agricoltori notarono la borsa mentre lavoravano. Una donna, ora ospite di 'Mattino 5', ricorda quel giorno che potrebbe avere trasformato le indagini.
La testimone, Cristina, vide un oggetto galleggiante nel canale. Incuriosita e preoccupata che potessero esserci cuccioli all'interno, aprì la borsa. Al suo interno, trovò abiti sporchi di una sostanza rossastra, che sembrava sangue, e indumenti di marca: due canottiere, tre pantaloni e scarpe. La natura riconoscibile e il valore degli abiti la lasciarono perplessa sulla ragione per cui qualcuno li avrebbe abbandonati in quel modo.
Una rivelazione a Mattino 5 riguardo l'abbigliamento trovato a Garlasco
Questi vestiti furono scoperti poco dopo la tragica morte di Chiara, avvenuta il 13 agosto nella sua villetta. Nonostante la prossimità temporale e geografica col luogo del crimine, gli abiti non furono mai considerati rilevanti dalle autorità. Furono eseguiti tutti i test usuali, inclusi luminol e test per DNA, ma non emersero prove che collegassero gli abiti al crimine.
Il contesto di questo ritrovamento rimane difficile da spiegare. Questi indumenti non erano semplici stracci, ma vestiario firmato, mai reclamato da nessuno. Nessun negozio segnalò furti e nessuna traccia condusse ai responsabili dell'abbandono di questi capi di valore. Questo particolare continua a generare dubbi e domande senza risposta.
Con la riapertura delle indagini, che considera anche altri dettagli precedentemente trascurati, risalta l'importanza di questo ritrovamento. Potrebbe, con le nuove tecnologie e maggiore attenzione mediatica, offrire qualche chiarimento nel mistero di Garlasco, dove ogni piccolo dettaglio potrebbe essere decisivo per risolvere il caso.
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