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Errore del governo: Confusione sulle regole di "autosorveglianza" dei contatti stretti

  • Il governo ha pubblicato delle norme in apparente contraddizione per fissare le modalità della cosiddetta “autosorveglianza”, cioè la misura precauzionale che da oggi sostituisce la quarantena per chi, da vaccinato col richiamo o con la seconda dose ricevuta entro 4 mesi, ha avuto un contatto stretto con una persona positiva al coronavirus. Nel decreto legge pubblicato giovedì sera, infatti, il governo non ha specificato la durata del periodo di autosorveglianza, stabilendo però che debba finire in ogni caso con l’esito di un tampone negativo obbligatorio.

    In realtà non dovrebbe essere così, stando a quanto ha detto il ministero della Salute: chi rimane asintomatico nei cinque giorni seguenti al contatto a rischio non dovrà fare nessun tampone. Una circolare del ministero della Salute, che solitamente spiega nel dettaglio come applicare le regole generali dei decreti, ha infatti fissato a cinque giorni la durata dell’autosorveglianza (elemento che mancava nel decreto), specificando che il tampone serve soltanto per chi accusa sintomi durante questo periodo. Per chi rimane asintomatico, secondo la circolare, l’autosorveglianza finisce insomma dopo cinque giorni senza necessità di tampone negativo.

    Da giorni si aspettava maggiore chiarezza sulle nuove regole delle quarantene dopo varie anticipazioni sui giornali e un comunicato stampa diffuso dal governo dopo il Consiglio dei ministri di mercoledì, in cui peraltro si diceva chiaramente che il tampone negativo serve anche a chi rimane asintomatico durante l’autosorveglianza. La pubblicazione contemporanea del decreto e della circolare però ha aumentato la confusione.

    L’autosorveglianza è una misura che ancora deve essere spiegata nel dettaglio. È stata introdotta per eliminare la quarantena per chi ha già ricevuto il richiamo del vaccino o ha fatto la seconda dose (o la prima nel caso del vaccino Johnson&Johnson) meno di 120 giorni prima e prevede l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 in ogni contatto con altre persone, per un periodo fissato in dieci giorni dopo il contatto a rischio.

    L’autosorveglianza prevede poi di monitorare le proprie condizioni di salute, per fare un tampone rapido o molecolare nel caso in cui compaiano sintomi dopo un contatto a rischio. In quel caso, anche se è negativo, c’è l’obbligo di farne un altro dopo cinque giorni. Non è chiaro però cosa debba fare chi al quinto giorno sia rimasto asintomatico: da decreto dovrebbe fare un tampone (ma non si capisce quando), da circolare invece può uscire dall’autosorveglianza, continuando però a indossare la FFP2 per altri cinque giorni.

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