Il caso Garlasco riaperto: le confessioni del padre di Andrea Sempio News

Il caso Garlasco riaperto: le confessioni del padre di Andrea Sempio

La rinnovata attenzione sul caso di Garlasco, che per anni sembrava concluso, è stata scatenata dalla riapertura dell'indagine sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è nuovamente al centro delle indagini. La Procura di Brescia ha deciso di riaprire il caso, esaminando non solo Sempio, ma anche un possibile schema di corruzione che coinvolgeva l'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, il quale avrebbe ricevuto denaro per archiviare il caso nel marzo 2017.

Il 26 settembre, Giuseppe Sempio, padre di Andrea, ha rivelato di aver consultato Luciano Garofano, noto criminologo italiano, riguardo al DNA di suo figlio menzionato durante una consulenza genetica. Questa ammissione solleva questioni su come la famiglia Sempio avesse accesso a informazioni riservate prima ancora dell'interrogatorio ufficiale.

Ulteriori sviluppi nelle indagini di Garlasco

Le indagini condotte dalla Guardia di finanza e dai carabinieri di Milano hanno messo in luce come i genitori di Andrea fossero a conoscenza di dettagli cruciali delle relazioni prima della loro ufficializzazione. Inoltre, è emerso che Garofano aveva accesso ai documenti della difesa di Alberto Stasi, tra cui quelli di Matteo Fabbri e Pasquale Linarello. La Procura di Brescia, guidata dalla pm Claudia Moregola, ha deciso di interrogare Garofano, che ha recentemente rinunciato al ruolo di consulente per la famiglia Sempio.

Nel dicembre 2016, Daniela Ferrari, madre di Andrea, ha dichiarato che il DNA di suo figlio era stato trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, secondo quanto riportato da un telegiornale, suggerendo una possibile fuga di notizie. Pochi giorni dopo, i Sempio incontrarono Garofano, nonostante non avessero ancora accesso agli atti ufficiali. I genitori hanno spiegato che gli avvocati richiedevano denaro per ottenere i documenti, e secondo i verbali, furono pagati tra i 55 e i 60 mila euro, somma ottenuta anche tramite prestiti.

L'indagine di Brescia sta esaminando anche le intercettazioni e la tempistica delle microspie installate nell'auto di Sempio, rivelando che le registrazioni iniziarono ore prima di quanto previsto. Questi dettagli potrebbero aprire nuove prospettive su come venivano gestite le prove all'interno della Procura di Pavia, ora sotto indagine per corruzione e peculato.

Anni dopo, anche l'ex sostituto procuratore generale di Milano, Laura Barbaini, ha chiarito il suo ruolo, sostenendo che i dati genetici presentati non erano sufficienti per dimostrare l'esistenza di un colpevole alternativo. Tuttavia, oggi questi stessi dati, esaminati con tecniche più avanzate, potrebbero riaprire il caso, rendendolo uno dei più controversi d'Italia.

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