A quasi due decadi dall'omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco cattura nuovamente l'attenzione pubblica. Le recenti analisi del DNA effettuate durante l'incidente probatorio, conclusosi il 26 giugno 2025, sembrano consolidare la condanna di Alberto Stasi e sollevare dubbi riguardo altre indagini parallele che coinvolgono Andrea Sempio.
Nel marzo del 2025, la Procura di Pavia ha riaperto il dossier relativo all'omicidio di Chiara Poggi, imputando Andrea Sempio per omicidio volontario in concorso, basandosi su un'impronta palmare, la "33", trovata vicino al corpo della vittima. Questa pista non è stata mai completamente esclusa, avendo già suscitato interesse durante le perizie del 2016 e in recenti programmi TV. Inoltre, il DNA trovato sotto le unghie di Poggi è stato attribuito a Sempio dopo ulteriori analisi. Nonostante ciò, la famiglia di Poggi ha sempre mostrato fiducia nella condanna di Stasi, spinta anche da pressioni mediatiche e da consulenze private che chiedono una rilettura del caso.
I test sui campioni raccolti dai rifiuti domestici dei Poggi, tra cui piatti, barattoli e sacchetti, hanno chiarito che non vi sono tracce di DNA appartenenti a Sempio, ma solo di Chiara e Alberto Stasi. Su 22 campioni esaminati, 11 sono risultati illeggibili e gli altri non hanno mostrato segni di contaminazioni sospette.
Il prossimo 4 luglio, è previsto un ulteriore incontro tra periti per valutare l'affidabilità delle tracce rilevate. Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, ha fatto una dichiarazione sorprendente riguardo al colpevole, che sarà discussa in dettaglio nella prossima pagina.
Luciano Garofano, che ha guidato il RIS di Parma dal 1995 al 2009, ha recentemente commentato i risultati delle analisi, esprimendo sorpresa per la rapidità con cui sono stati divulgati: "Sono analisi preliminari e non capisco come possano essere già trapelate". Tuttavia, ha confermato che il DNA trovato corrisponde a quello di Chiara Poggi, suggerendo che gli oggetti analizzati erano parte della quotidianità condivisa con Alberto Stasi e non indicavano la presenza di altre persone.
Garofano ha anche sottolineato che non vi erano reali sospetti su Andrea Sempio, al di là di possibili contaminazioni accidentali, rispondendo indirettamente a chi critica le indagini passate: "Ora nessuno può affermare che i reperti siano stati compromessi. I risultati, se confermati, indicano chiaramente la responsabilità di Alberto Stasi". Ha poi invitato alla prudenza nell'interpretare i dati scientifici, per evitare di nutrire teorie infondate che non contribuiscono né alla verità né alla giustizia.
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