Gratta e vinci, due amici hanno vinto cinque milioni di euro, ma qualcosa non è andato secondo i piani. Scopriamo insieme che cosa è successo e maggiori dettagli su questa vicenda.
Gratta e vinci, vinti cinque milioni di euro
Gratta e vinci, due amici hanno vinto cinque milioni di euro, ma le cose non sono andate come previsto. I due protagonisti di questa storia, riportata da Camilla Mozzetti sul ““, sono due camionisti: Pierluigi e Massimo. I due erano soliti incontrarsi in bar della Romanina e giocavano al Gratta e vinci promettendosi, ogni volta, “Se vinciamo, facciamo a metà”. Eppure, nonostante la promessa, qualcosa è andato storto.
Gratta e vinci, la storia di Pierluigi e Massimo
Gratta e Vinci, Pierluigi e Massimo hanno vinto cinque milioni di euro. Entrambi gli uomini lavorano come camionisti in tutta Italia ma ogni sabato si incontrano a Roma e giocano, come da tradizione, al Gratta e vinci. “Quel sabato ci siamo incontrati al bar e io come sempre ho dato a Massimo cinquanta euro, lui ha messo i suoi con la promessa di acquistare i biglietti e di rivederci il lunedì”, ha raccontato uno dei due. “Massimo però aveva acquistato cinque gratta e vinci da 20 euro vincendo con uno e con il numero 19, ben cinque milioni di euro. Mi manda la foto del biglietto commentando “abbiamo svoltato””, ha dichiarato Pierluigi. Purtroppo, però, le cose non sono andate secondo quanto si erano promessi i due amici.
La promessa non mantenuta
Massimo e Pierluigi hanno vinto cinque milioni di euro. I due amici si erano sempre promessi che, qualora avessero vinto al Gratta e vinci, si sarebbero divisi la somma. Ma Massimo non ha mai voluto dividere la somma della vincita con il collega. “La compagna avendo paura che qualcuno potesse rubargli il biglietto perché alla Romanina si era sparsa la voce mi chiese aiuto e io li ospitai da me, in Abruzzo, per una notte trovandogli poi una sistemazione in cui rimasero per alcuni mesi ma i soldi mai avuto“, ha dichiarato Pierluigi. Ad un certo punto, però, Massimo ha deciso di fare un regalo all’amico, acquistandogli un’autofficina. “Mi disse che voleva acquistare un’autofficina, lui era il titolare io figuravo come dipendente. Non avevo nulla per dimostrare che avevo partecipato all’acquisto di quei biglietti così lo presi come un atto di gentilezza anche se poi ho cercato di chiederli i soldi, comunque cercammo il locale e lo trovammo. Dopo quattro mesi pretese di vendere l’attivitò, io mi opposi e fui anche minacciato di morte con persone che si sono prese almeno il 60 per cento dell’attrezzatura“.
