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Gino Cecchettin, Cruciani lo vede e perde il controllo: cos'ha detto

Gino Cecchettin è stato invitato al programma televisivo "Che Tempo che fa". È passato poco più di un mese da quando sua figlia è stata uccisa a coltellate dall'ex fidanzato, Filippo Turetta, il 11 novembre scorso. Nel salotto di Fabio Fazio, Gino è tornato a parlare del patriarcato. Il suo intervento ha suscitato un dibattito al programma "Quarta Repubblica" su Rete4, scatenando la rabbia dell'ospite in studio, Giuseppe Cruciani.

Gino Checchettin a Che tempo che fa

"Adesso mi trovo senza una moglie, senza una figlia e con una possibilità, quella di gridare che dobbiamo fare tutti qualcosa". Ospite a "Che tempo che fa", Gino Cecchettin è tornato a parlare del patriarcato. Nella sua prima intervista televisiva, il padre di Giulia, ha affermato: "Il patriarcato significa che c'è un concetto di possesso. La donna viene vista come proprietà. Utilizziamo ancora oggi espressioni come 'La mia donna' che sembrano innocue ma non lo sono", queste parole non hanno convinto Giuseppe Cruciani che, al programma "Quarta Repubblica", un format di politica e attualità condotto da Nicola Porro, ha riflettuto sul linguaggio quotidiano e il suo impatto.

La risposta di Cruciani a Quarta Repubblica

"Questa è la volontà di distruggere la lingua italiana, di pensare che queste espressioni, che spesso sono innocenti, non siano espressioni violente", così, il conduttore radiofonico, Giuseppe Cruciani, ha iniziato il suo dibattito, bloccato, però, da una provocazione del giornalista: "Espressioni figlie del patriarcato?". Cruciani ci è andato duro: "Questo posso dire che, anche se l'ha detto Cecchettin, è una sciocchezza. Il patriarcato non c'entra nulla, non c'entra niente l'utilizzo delle espressioni 'La mia donna', 'Il mio uomo'. Sono espressioni innocenti, che usiamo nella quotidianità. Le usano anche le donne".

Nicola Porro ha anche affrontato il tema dell'esposizione mediatica e dell'impatto sociale a seguito della tragedia di Giulia. In risposta, Cruciani ha detto: "Dicono che in queste settimane siano aumentate le denunce. Trovo surreale parlare di cose che non c'entrano niente. Che ci sia un problema di possessività generale, lo sapevamo prima e lo sappiamo adesso", ha spiegato il conduttore de "La Zanzara". E riguardo agli haters, ha aggiunto: "Se uno non dà ascolto agli haters è meglio, se uno dà ascolto agli haters è per crearsi un personaggio. Non è questo il caso".