Cronaca

"Errori strategici russi e sottovalutazione. Ora si rischia un conflitto lungo anni"

«L'esercito russo è stato colto di sorpresa» Il generale Carlo Jean spiega così le difficoltà che le truppe di Mosca stanno incontrando sul territorio ucraino. Secondo il noto esperto di geopolitica, docente studi strategici alla Facoltà di Scienze Politiche della Luiss, Vladimir Putin ha sottovalutato la caparbietà del popolo ucraino.

Quali sono le difficoltà che ha incontrato l'esercito russo?

«C'è stato proprio un errore strategico da parte di Putin che non pensava ci sarebbe stata una tale resistenza. La Russia, poi, non ha impiegato tutte le sue forze e le forze utilizzate erano finalizzate a una specie di marcia trionfale con la popolazione ucraina che avrebbe applaudito ai russi. Gli ucraini, invece, non si vogliono far conquistare e, di conseguenza, sparano. Ora, dato che nella guerriglia urbana le perdite sono rilevanti, Putin non si può permettere molte perdite e, quindi, sta bombardando le città nella speranza che gli ucraini si spaventino e si arrendano».

Quali sono i reali obiettivi?

«La smilitarizzazione dell'Ucraina, la rinuncia perenne da parte di Kiev di entrare nella Nato e nell'Unione europea e il riconoscimento dell'annessione della Crimea alla Russia e dell'indipendenza delle due repubbliche del Donbass e di Lugansk».

Quanto sono concrete le minacce a Svezia e Finlandia?

«È chiaro che la minaccia della Svezia e della Finlandia non fa piacere alla Russia. Mosca, però, prima di andare ad attaccare altri Paesi, credo abbia già le sue belle gatte da pelare in Ucraina, l'Azerbaijan, la Georgia, l'Armenia e il Kazakistan. Poi ci sono i talebani afghani che danno fastidio alla Russia. Se dovesse attaccare altri Paesi, però, non andrà in Finlandia, ma nei Paesi baltici come l'Estonia dove c'è una forte minoranza russa oppure in Lettonia e Lituania, ex repubbliche sovietiche che ora fanno parte della Nato. Ma, in tal caso, scoppierebbe la terza guerra mondiale in quanto, in base all'articolo 5 del Patto Atlantico interverrebbe».

In quel caso la Cina rimarrebbe neutrale o interverrebbe al fianco della Russia?

«La Cina sta a guardare. Si è già mezza comprata la Russia. Vede che la Russia si indebolisce ed è contenta così quello che ancora non si è comprato, se lo prende gratis». La Nato, negli anni '90, è intervenuto sia nell'ex Jugoslavia sia in Kosovo, anche se quei Paesi non facevano parte del Patto Atlantico.

Stavolta cos'è cambiato?

«All'epoca l'Onu, a differenza di oggi, autorizzò quell'intervento. Stavolta la Russia ha posto il veto. Poi, l'Onu era presente in Croazia già a partire dal 1992».

L'invio delle armi della Nato in Polonia può consentire all'Ucraina di resistere o, addirittura di vincere la guerra?

«Sicuramente le armi sono armi rustiche che non richiedono pezzi di ricambio o addestramenti sofisticati. Possono essere impiegati dai civili e, di conseguenza, dato che lo scopo dei russi è conquistare le città, è possibile che gli ucraini infliggano forti perdite alle forze russe. La vittoria consiste nel fatto che i russi subiscano così tante perdite da decidere di ritirarsi».

Secondo lei, la guerra quanto durerà?

«Nessuno può dirlo. A mio avviso a lungo perché non è più una guerra lampo, ma è diventata una guerra di logoramento che può durare mesi se non anni».