Tragedia a Eboli nella località di Campolongo, nel Salernitano: un bambino di poco più di un anno è stato sbranato e ucciso da due pitbull. L'incidente è avvenuto intorno alle 8:20 del mattino di ieri, lunedì 23 aprile 2024.
La dinamica non è ancora del tutto chiara e i carabinieri stanno ancora investigando per chiarire alcuni aspetti. Nel frattempo emerge un dettaglio aggiuntivo che rende la situazione ancora più inquietante.
Tragedia a Eboli, bambino ucciso da due pitbull
Lo zio del piccolo Francesco Pio, di soli 13 mesi, lo stava tenendo in braccio quando è stato attaccato da due pitbull. Nonostante la madre e lo zio abbiano cercato inutilmente di allontanare gli animali infuriati, i pitbull si sono scagliati contro il bambino infliggendogli lesioni gravissime: purtroppo il bambino non è riuscito a sopravvivere. Le autorità stanno indagando sul caso e hanno scoperto un particolare scioccante che potrebbe dare una svolta alla situazione. Si tratta di un retroscena che rende la vicenda ancora più drammatica.
Le indagini sul caso
La Procura di Salerno ha avviato un'indagine per accertare eventuali responsabilità nella morte del bambino. Attualmente, ci sono cinque persone indagate per la morte di Francesco Pio.
Queste persone dovranno rispondere all'accusa di omicidio colposo per negligenza nella custodia degli animali. Sono sotto indagine i proprietari dei pitbull, che li avevano affidati alla famiglia del bambino, ma anche la madre e gli zii.
Eboli, due pitbull hanno ucciso un bambino: era già successo
Secondo il racconto di Giuseppe, uno dei fratelli della madre del piccolo, che si trovava a dormire in casa al momento della tragedia, i due cani avevano già manifestato segnali di aggressività in passato. "Questi due cani sono fratelli e in precedenza hanno ucciso il loro padre", ha riferito Giuseppe. Se questo episodio fosse confermato, si potrebbero aprire nuovi scenari complicati per i proprietari dei pitbull, i quali avrebbero dovuto prestare maggiore attenzione nella gestione di due animali così pericolosi.
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