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Don Giuseppe muore dopo aver donato il respiratore a un ragazzo: "E' giovane ha diritto di vivere!"

Vedere le persone che fanno del bene l'una per l'altra ci riempie di orgoglio e speranza nell'umanità. Non sono necessari grandi gesti per impressionarci. Vedere un adolescente aiutare una donna anziana dall'altra parte della strada o uno sconosciuto che aiuta a portare gli acquisti di una donna in macchina è sufficiente.

Noi esseri umani siamo nati per fare del bene. Fin dalla tenera età, i nostri genitori ci insegnano come trattare bene le persone anziane, aiutare i compagni di classe con attività ed essere il più gentile possibile con chiunque ci circonda.

Prendere questi atteggiamenti non è difficile, è sufficiente avere buona volontà e desiderio. Il problema è che non tutti lo fanno.

Crescendo, alcune persone si perdono lungo la strada e finiscono per lasciare da parte il dono di trattare bene gli altri. Non salutano nessun altro, non guardano nemmeno negli occhi degli altri e non fanno nulla per l'altro, se non per ricevere qualcosa in cambio

Ma se, da un lato, ci sono quelli che si comportano come se avessero litigato con il mondo, dall'altro ci sono persone che non si stancano di essere di supporto, anche se devono lasciarsi da parte.

Dall'Italia, c'è stato un esempio entusiasmante di compassione e carità. A Padre Giuseppe Berardelli, 72 anni, è stato recentemente diagnosticato il nuovo coronavirus. A proposito, il paese è il luogo in cui la maggior parte delle persone è mor*a finora a causa della malattia. Ma né i dati allarmanti né il fatto che facesse parte del gruppo a rischio hanno impedito al sacerdote di mantenere la sua missione di fede.

Giuseppe è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva (ICU) dell'ospedale Lovere di Bergamo, uno dei luoghi più colpiti dalla pandemia, e si è rifiutato di usare il respiratore acquistato dalla sua comunità. La ragione? Anche un ragazzo che non conosceva aveva bisogno del respiratore.

Il prete non ci pensò due volte e decise di dare il respiratore al ragazzo, nonostante le sue condizioni cliniche fossero un po' più gravi di quelle del giovane.

Di fronte a esempi come questo, è impossibile non chiedere: quante persone farebbero lo stesso? Io e te faremmo lo stesso? Forse no.

Il gesto di padre Giuseppe riflette quanto fosse caritatevole la sua anima e quanto fermo fosse il suo impegno nei confronti dei precetti di Dio. Tuttavia, nell'ultimo giorno del 24 marzo 2020, il prete è mo*to a causa della malattia.

Secondo il portale Uol, tra gli amici e i parroci della chiesa di Casnigo, dove serviva i fedeli, padre Giuseppe era conosciuto come qualcuno che ascoltava tutti ed era sempre disponibile per chiunque avesse bisogno di aiuto.

Oltre ai fedeli e agli uffici nella chiesa, un'altra grande passione del sacerdote era la sua moto. Era normale vederlo intorno alla sorridente congregazione, da una parte all'altra, sulla sua motocicletta rossa.

Indubbiamente, Don Giuseppe Berardelli dà l'esempio per tutta l'umanità su come dovremmo mantenere la gioia, la pace e l'amore per gli altri, anche nelle situazioni più critiche.

Il mondo sarebbe migliore se ci fossero più atteggiamenti come quello di padre Giuseppe! Lascia il tuo commento e condividi questa bellissima storia sui tuoi social network.