Il pomeriggio del 1° ottobre 2025, una flottiglia diretta a Gaza, denominata Global Sumud Flotilla, è stata fermata dall'esercito israeliano in acque internazionali, a circa 70 miglia dalla Striscia di Gaza. Durante l'operazione, che ha incluso l'uso di idranti e abbordaggi notturni, sono stati detenuti numerosi attivisti, inclusi almeno 30 italiani.
Dettagli sull'abbordaggio e il trasferimento
L'intercettazione è stata realizzata con manovre di accerchiamento e disturbo delle comunicazioni, seguite dall'uso di idranti per rallentare le imbarcazioni. I militari israeliani hanno poi preso il controllo delle navi durante la notte. Gli arrestati, tra cui attivisti, giornalisti e parlamentari internazionali, sono stati trasportati al porto di Ashdod. Dopo l'arrivo, previsto per il pomeriggio del 2 ottobre, saranno trasferiti in centri di detenzione temporanea dove riceveranno assistenza consolare e legale.
Opzioni legali per gli attivisti fermati
Il Ministero degli Esteri italiano ha delineato due scenari per gli attivisti detenuti. La prima opzione è accettare un'espulsione volontaria, che permetterebbe un rientro in Europa tra il 3 e il 4 ottobre. In alternativa, possono rifiutare l'espulsione immediata, rischiando la detenzione in attesa di un processo. Quest'ultima opzione potrebbe portare a ritardi significativi a causa delle festività ebraiche, estendendo il periodo di detenzione.
Controversie sulla documentazione richiesta
Uno degli aspetti più controversi è la richiesta da parte di Israele di firmare una dichiarazione di colpa per la violazione dei confini marittimi, una richiesta contestata sia dagli attivisti che dai loro legali, in quanto violerebbe il diritto internazionale. La decisione di firmare o meno questa dichiarazione potrebbe dividere gli attivisti, influenzando i tempi e le modalità del loro rimpatrio.
Reazioni internazionali e possibili scenari futuri
La situazione è monitorata costantemente dalla Farnesina e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che i rimpatri avverranno quanto prima. Nel frattempo, la discussione politica si intensifica, con opinioni divise sulla legalità e sulla moralità dell'intercettazione in acque internazionali. Le tensioni diplomatiche tra Roma e Tel Aviv potrebbero intensificarsi a seconda di come si evolverà la situazione, con possibili ripercussioni a livello europeo riguardo al blocco navale su Gaza.