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Crisi di governo in Francia: oggi il voto di fiducia

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    Questo pomeriggio potrebbe segnare un momento storico per la politica francese. L'Assemblea nazionale è pronta a votare la fiducia a un governo che non ha nemmeno completato nove mesi di mandato, con un esito che sembra ormai scontato: la sfiducia. Questo evento potrebbe aprire le porte a un periodo di grande instabilità in un Paese già segnato da tensioni sociali e una crescente sfiducia nelle istituzioni.

    Il leader centrista del MoDem, François Bayrou, si appresta a salire sul podio dell'Assemblea alle 15 per quello che potrebbe essere il suo ultimo discorso come primo ministro. Nonostante il suo tentativo di difendere una manovra da 44 miliardi di euro in tagli e risparmi, non è riuscito a mantenere il sostegno di una maggioranza ormai frantumata. La caduta del suo governo non solo segnerebbe la fine del suo mandato, ma simboleggerebbe anche il crollo di un sistema politico incapace di garantire stabilità.

    Il destino del governo Bayrou e le implicazioni per Macron

    Per il presidente Macron, questo rappresenta il quarto primo ministro che perde in meno di due anni. Di fronte a sondaggi che favoriscono il Rassemblement national di Marine Le Pen, con un 33% di consensi, Macron è deciso a evitare nuove elezioni legislative. Intanto, una nuova ondata di proteste sindacali è prevista per il 18 settembre contro le sue politiche di austerità.

    La ricerca di un nuovo primo ministro diventa cruciale. Éric Lombard, attuale ministro dell'Economia e ex socialista, è tra i nomi più discussi. Con solidi legami nel mondo bancario e un profilo che piace a Bruxelles, Lombard potrebbe rappresentare un ponte con la sinistra, pur sostenendo misure impopolari come la riforma delle pensioni.

    Un altro nome che fa discutere è quello di Pierre Moscovici, ex commissario europeo e ministro delle Finanze, noto per le sue posizioni controverse. La scelta del nuovo primo ministro sarà determinante per affrontare le sfide parlamentari e sociali che attendono la Francia, con Macron che ha solo dieci giorni per nominare il successore a Matignon.

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