Cronaca

Coronavirus: cosa ci aspetta? quali sono le zone?

  • Prima il monitoraggio Iss sull'andamento dei contagi, poi il ministro Speranza firmerà l'ordinanza. I presidenti chiedono al governo Draghi di superare gradualmente la fase dei divieti

    Qual è la situazione epidemiologica?

    Un piano per ritornare alla "normalità". Prima il monitoraggio dell'Iss sulla situazione epidemiologica in Italia. Poi, secondo quanto affermano fonti dell'esecutivo, una nuova riunione della cabina di regia del governo, presieduta dal premier Mario Draghi. D'altronde le Regioni spingono per un piano che preveda un graduale ritorno alla normalità, con un programma mirato soprattutto alle attività più colpite dall'emergenza sanitaria: bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre e piscine. La bozza preparata dalla Conferenza ipotizza nuove regole per poter riaprire al più presto e in condizioni di sicurezza le realtà commerciali, di intrattenimento e culturali a prescindere dal colore della zona. Le linee guida preparate dai governatori andranno così al vaglio del Comitato tecnico scientifico e dell'esecutivo stesso. Sul tavolo anche anche il tema degli spostamenti tra Regioni.

    Contagi e percentuali

    Prima di tutto, però, vanno analizzati i dati. Ieri il bollettino ha registrato 16.168 i nuovi casi di coronavirus e 469 decessi, con un tasso di positività pari al 4,8%. In Italia l'indice Rt è stabile sotto 1 e l'incidenza è in calo da tre settimane: il primo valore che di fatto misura la velocità del contagio si attesta 0.92 (0.82-1.01) come nei sette giorni precedenti, mentre l'incidenza misurata sul numero di nuovi positivi ogni centomila abitanti scende ancora. Settimana scorsa il valore medio era 185. La soglia critica è quella dei 250 nuovi positivi ogni 100mila abitanti, superata la quale si entra in zona rossa automaticamente. Si attende così il monitoraggio dell'Iss: sulla base dei dati il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà le nuove ordinanze che andranno in vigore da lunedì 19 aprile.

    Le condizioni attuali

    Attualmente in zona arancione ci sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e le province autonome di Bolzano e Trento. A rischiare la zona rossa potrebbe essere la Sicilia, che si aggiungerebbe così a Puglia, Sardegna e Valle d'Aosta nell'area che prevede le misure più restrittive. La Campania, invece, spera nella "promozione" in arancione.

    Il dibattito e i pareri differenti

    Il tema al centro del dibattito riguarda comunque le misure di carattere nazionale. A chiedere un calendario sono tutte le forze politiche, che però hanno diversi pareri sulle modalità di intervento. Per la Lega, "il miglior ristoro è cominciare con graduali riaperture, che non vuol dire liberi tutti. Ispiriamoci innanzitutto a un principio di ragionevolezza. Se i dati sono da zona gialla in alcune Regioni, non capiamo perché non si possano allentare un po' le restrizioni. Quando queste durano a lungo la gente rischia di ignorarle", le parole del capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, dopo l'incontro della Lega con Mario Draghi. Il premier "è persona pragmatica, siamo convinti che non ignorerà le nostre proposte". Lo stesso pensiero è stato espresso anche dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana: "I numeri della Lombardia sono da zona gialla. Io penserei a piccoli allentamenti delle restrizioni già da settimana prossima. I bar che offrono la possibilità di consumare da seduti potrebbero aprire oppure si dovrebbe utilizzare i dehor per permettere ai ristoranti di lavorare. Faremo queste proposte al Cts e al governo, poi sarà l'esecutivo a decidere".

    Cosa dice Draghi in merito alla pandemia?

    Al momento il premier Draghi non ha escluso l'ipotesi di anticipare qualche apertura (si pensa al 26 aprile), nonostante il decreto scada il 30 aprile. Ma i più rigoristi frenano. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, annuncia però un percorso: "Dobbiamo ascoltare il grido d'allarme dei medici che non possono essere lasciati soli in trincea - ha detto alla Camera -. Bisogna essere tempestivi nelle chiusure quando serve e abbiamo il dovere di costruire una road map per l'allentamento delle misure sempre approvate all'unanimità dal Cdm". Per il ministro "ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo e per raccogliere i primi concreti risultati del lavoro che svolgiamo da mesi grazie alle vaccinazioni".

    Una ripresa graduale

    "E' fondamentale che le istituzioni si muovano di pari passo con i cittadini, superando gradualmente la fase dei divieti e introducendo una nuova stagione di riaperture accompagnate da regole per evitare nuove impennate nella curva dei contagi", dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Le regole entro le quali sarà possibile procedere agli allentamenti non sono ancora certe. Tra le proposte avanzate nel documento dai governatori, però, sembra difficile che possa essere accolta la possibilità di applicare misure meno restrittive anche nelle zone rosse.

    Le nuove regole

    Due metri di distanza all'interno di palestre, cinema, teatri e nei ristoranti, dove sarebbe vietata la consumazione al banco dopo le 14. Nuove misure per le riaperture delle palestre, ma no allo sport da contatto fisico. Bisognerà inoltre regolamentare l'accesso agli attrezzi, delimitando le zone per garantire almeno un metro di distanza tra le persone che in quel momento non svolgono attività fisica e almeno due metri durante l'attività fisica. Ecco alcune delle regole proposte dai governatori. Per cinema e spettacoli dal vivo, le misure si mantengono se integrate con tamponi all'ingresso, test negativi effettuati nelle ultime 48 ore e completamento della vaccinazione. Almeno un metro di distanza - frontale o laterale - tra spettatori se indossano la mascherina e almeno due metri di distanza qualora le disposizioni prevedano di non indossarla.

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