L'ha uccisa perché non voleva perdere la sua ragazza, Carol Maltesi, 26 anni, che lui amava come fosse un oggetto di sua proprietà che non poteva rischiare di perdere. Quando la vittima ha ricevuto una telefonata dal suo ex, che le parlava della possibilità di trasferirsi a Verona, il banchiere milanese, Davide Fontana, 42 anni, ha vissuto quella conversazione «come una lama in quella parte vulnerabile di lui in cui si stava concentrando sui loro progetti futuri», questa la tesi degli psichiatri della difesa, scrive il Corriere del Veneto.
Lo scorso 11 gennaio, il 42enne ha sgozzato e fatto a pezzi la ragazza nella sua abitazione di Rescaldina, nel milanese, perché temeva che potesse tornare dall'ex compagno e da sua figlia di 6 anni. «Era innamorato di Carol in modo infantile, come un dodicenne. Davide Fontana aveva paura di perderla», hanno detto gli psichiatri della difesa, secondo cui l'efferato omicidio non sarebbe stato premeditato, ma sarebbe scattato dopo quella telefonata, che l'ossessione perversa del banchiere ha vissuto come una minaccia, in un momento particolare.
La coppia, infatti, stava girando un video hard a casa di lei, che nel frangente in cui è esplosa la violenza omicida, indossava un cappuccio, che le nascondeva il viso. «Fontana non avrebbe potuto ucciderla guardandola in faccia: lei indossava un cappuccio in quel momento, se non l’avesse avuto non sappiamo se Fontana sarebbe stato in grado di fare quello che ha fatto», asseriscono ancora gli psichiatri.
Determinanti le tesi difensive per evitare l'ergastolo, pena a cui potrebbe essere condannato Davide Fontana, che dopo averla fatta a pezzi, ha nascosto le varie parti del corpo in un congelatore prima di disperderla in un dirupo a Borno nel Bresciano. La difesa del reo confesso, infatti, ha chiesto ed ottenuto un nuovo accertamento psichiatrico, per capire se nell'atto della violenza omicida «fosse (stato) o meno capace di intendere e di volere nell’atto di uccider Carol».