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Caldo anomalo a Capodanno: CNR spiega che cosa sta succedendo 

Chi sperava in un Capodanno sulla neve sarò destinato a rivedere i suoi piani. Negli ultimi giorni del 2021 infatti una vasta area di alta pressione di origine africana porterà un aumento delle temperature e un caldo decisamente anomalo per la stagione: nelle regioni del centro-sud si potranno superare i 20 gradi mentre in quelle del nord, soprattutto in pianura e nelle vallate, si verificheranno fitte nebbie e foschie.

Tra il 31 dicembre e i primi giorni di gennaio su tutta l’Italia sono previste temperature simili a quelle di maggio. Qual è la causa di questo caldo anomalo in pieno inverno? Non ci sono dubbi, nel Mediterraneo stiamo assistendo a un caldo anomalo ma di breve durata: una massa di aria calda si sta muovendo dall'entroterra del Sahara, sta attraversando il nord-Africa e invaderà il Mediterraneo e il resto d'Europa, dove ci sono già temperature primaverili anche in Spagna e in Francia meridionale.

In Italia ci aspettiamo temperature miti al centro-sud, più basse al nord con banchi di nebbia in pianura e nelle vallate e rischio valanghe sulle montagne. Nei paesi del centro Europa, come Germania, Ungheria e Polonia la massa di aria calda è andata ad impattare con strati di aria fredda collocati a quote più basse determinando intense piogge e fenomeni come il gelicidio. Nel frattempo in altre aree del pianeta, ad esempio in Giappone e nel Nord America, l'inverno è molto rigido, ci sono copiose nevicate e temperature abbondantemente sotto lo zero.

Il caldo anomalo di Capodanno rientra tra i fenomeni estremi causati dal cambiamento climatico? È ancora troppo presto per dirlo. Delle variazioni nel sistema climatico possono essere fisiologiche e un episodio di breve durata, come quello che ci aspettiamo per Capodanno, potrebbe non dipendere dal surriscaldamento globale. Certo, il caldo intenso in Europa e il gelo in America e Giappone sono comunque fenomeni estremi e possono rappresentare un campanello d'allarme, ma lo capiremo con certezza solo nei prossimi mesi analizzando i dati. Quel che è certo, tuttavia, è che gli ultimi inverni sono stati più miti per colpa del cambiamento climatico. Su questo la comunità scientifica non ha dubbi.