C'era un tizio il quale, in gioventù, desiderava più di ogni altra cosa diventare un grande scrittore.
Quando qualcuno gli chiedeva di definire il termine "grande" rispondeva:
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"Voglio scrivere roba che il mondo intero legga, roba che faccia reagire la gente a livello emotivo, roba che li faccia urlare, piangere, tremare di rabbia e di dolore".