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Booster, dubbi degli scienziati: "Espone i giovani al contagio, nei 12-39enni aumenta rischio ospedalizzazione"

  • Un report dell’Istituto Superiore di Sanità citato oggi sulle colonne de “Il Fatto Quotidiano” evidenzia che nella fascia 12-39 anni chi ha ricevuto anche il booster, dunque tre dosi di vaccino, presenterebbe un rischio maggiore di ospedalizzazione rispetto a chi se ne è viste inoculare due. Più dettagliatamente, la letteratura scientifica ha evidenziato che richiami ravvicinati inducano un fenomeno denominato “anergia”, al verificarsi del quale il sistema immunitario, venendo ripetutamente stimolato, inizia a non rispondere all’antigene.

    Il Fatto ha contattato Antonio Cassone, ex direttore delle Malattie infettive all’ISS, al fine di raccogliere il suo parere: “Gli anticorpi che non si legano o non neutralizzano perché in Omicron sono cambiati gli epitopi del vaccino, basato sul ceppo di Wuhan, che non è più in circolazione da tempo, è probabile che possano indurre risposte negative. Subito dopo la vaccinazione il nostro sistema immunitario sta lavorando per formare una buona risposta difensiva, può trovarsi sotto stress per il sovraccarico e questo rende il soggetto più suscettibile ed esposto a batteri o virus per una certa finestra temporale”. Il presidente della Società italiana di genetica umana, Paolo Gasparini, ha aggiunto che “i giovani che sono passati indenni alla prime ondate, dopo la dose booster si sono contagiati. Sicuramente Omicron è più contagiosa. Ma è chiaro che c’è qualcosa che merita un approfondimento. Potrebbe esserci anche una immunodepressione post-booster temporanea da meglio comprendere”.

    Oltre al discorso relativo al booster, alla terza dose nei 12-39enni, i medici contattati da “Il Fatto Quotidiano” hanno esposto i loro dubbi anche sulla quarta dose. Ad esempio, il professor Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”: “La quarta dose di vaccino anti-Covid potrebbe essere utile per chi si trova in situazioni di scarsa risposta immunitaria, come trapiantati o malati sottoposti alla chemioterapia. Per le masse è sicuramente presto ipotizzare il ricorso alla quarta dose: intanto bisognerà vedere come procederà l’epidemia nei prossimi mesi, in questo momento non serve”.

    Massimo Galli, ex primario del “Sacco” di Milano, ha detto: “Non ci sono indicazioni serie sul fatto che una quarta dose di vaccino anti-Covid possa essere dannosa, ma ritengo che allo stato attuale possa essere utile solo a persone molto anziane con grande storia di immunodepressione a cui le altre dosi non hanno fatto effetto. Insomma, sono da verificare come sono messe le persone delle categorie a maggior rischio, eventualmente potrebbe avere un senso la quarta dose, ma bisognerebbe considerare anche l’immunizzazione naturale con gli anticorpi monoclonali”. Infine, il sopra menzionato Cassone ha chiosato: “Non ci sono trials clinici e dati esaurienti oggi sulla quarta dose, lo dicono Ema e Fda. Per quanto riguarda gli immunodepressi o fragili, è un tentativo, si tenta di alzarne la risposta immunitaria, ma ci sono dubbi”.

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