Subito dopo le sei del sedicesimo giorno, la guerra arriva nell'Ovest dell'Ucraina, fin qui risparmiata dai missili di Putin. C'è un nuovo attacco complessivo dell'esercito russo, che sta ridistribuendo le sue imponenti forze di guerra attorno alla capitale Kiev, e ora ha toccato anche i due aeroporti a nord e a sud di Leopoli: Lutsk e Ivano-Frankivsk.
A Lutsk, centocinquanta chilometri da Leopoli, ma soprattutto a cento chilometri dal confine nord con la Polonia, paese in forte tensione per la guerra alle porte, il raid aereo dei Mig russi ha centrato l'aeroporto, ucciso due soldati ucraini e ferito sei, come riferisce il capo del distretto militare di Volyn.
Nel Sud-Ovest è stato colpito con missili a lungo raggio il piccolo aeroporto di Ivano-Frankivsk. Qui siamo a poco più di cento chilometri sotto Leopoli, che resta il motore economico dell'Ucraina e la sua base di rifornimento per i soldati al fronte e le popolazioni stremate a oriente, e a centotrenta chilometri dal confine con la Romania. La Difesa russa ha confermato i raid e afferma di aver reso inutilizzabili gli aeroporti. I missili su Ivano-Frankivsk potrebbero essere partiti dalla Trasnistria, piccola énclave filorussa non riconosciuta dall'Onu che, come la Bielorussia, ha offerto il suo territorio come base di lancio balistico.
Intorno alle 10 l'allarme aereo è tornato a suonare su Lutsk e su alcune città del centro-ovest fin qui non toccate: Starokostyntaniv, Khmelnitsky, Ternopil, e anche su Leopoli.
Le truppe di terra russe per ora sono concentrate sul Donbass, il sud da Mariupol a Odessa e la capitale Kiev, ma questi raid potrebbero presagire a un allargamento del conflitto aereo nell'area di rifornimento di viveri, vestiti e armi dell'esercito ucraino.