Lo studio dell’Università di Barcellona, pubblicato sulla rivista scientifica Food Chemistry, ha analizzato le diverse modalità di somministrazione della famosa bevanda: in polvere, solubile e in capsule, rilevando come nel caffè in capsule le dosi di furano siano più elevate rispetto ad un caffè fatto in maniera tradizionale. Stilando una classifica approssimativa di contenuto di furano per le diverse tipologie di caffè, si ottiene: · caffè in capsule, 117-244 nanogrammi per millilitro; · caffè preparato con macchinetta tradizionale, 20-78 ng/ml; · decaffeinato, 15-65 ng/ml; · caffè solubile, 12-35 ng/ml. Secondo il Professor Santos «la ragione di questi alti livelli è dovuta al fatto che le capsule ermeticamente sigillate impediscono che il furano, che è altamente volatile, si disperda». Nonostante i dati preoccupanti, il team di studiosi rassicura gli amanti del caffè, dato che i livelli di sostanze nocive riscontrate sarebbero tali da non essere ritenuti dannosi per la salute umana. Resta comunque il fatto che, insieme al black gold, il corpo assorba, in dosi variabili, furano. Ciò potrebbe orientare i più assidui bevitori a scegliere l’opzione più sicura possibile. Questa opzione, a mio avviso, è quella di evitare l’uso del caffè che, tra l’altro, contiene caffeina, una sostanza medicinale della quale il nostro organismo NON ha necessità di assumere quotidianamente e magari ripetutamente. So che molte persone usano il caffè per “risorgere” al mattino dalla stanchezza che NON dovrebbero provare dopo una notte di sonno ristoratore… ma questo è un discorso legato allo stile di vita, alle abitudini, anche alimentari. Come sottolineato più volte, soprattutto in merito alle dosi di cibo radioattivo che una persona può ingerire in “tutta sicurezza”, il dubbio sorge in merito alla possibilità di accumulo di queste sostanze nel nostro organismo: se i tecnici sono certi che, per essere pericoloso, il furano dovrebbe essere ingerito in quantità molto elevate (diversi caffè al giorno), ben poco ci dicono sul rischio di accumulo.Vediamo la definizione di furano presa da Wikipedia: Il furano, anche conosciuto come furfurano o ossido di divinilene, è un composto organico eterociclico aromatico, ottenibile per sintesi e per distillazione del legno, in particolar modo del pino.
l furano è un liquido chiaro e incolore, molto volatile ed altamente infiammabile, con un punto di ebollizione vicino alla temperatura ambiente. È tossico e può essere cancerogeno, viene infatti generalmente considerato un inquinante organico persistente. I dibenzofurani policlorurati, come il TCDF, sono composti derivati del furano assimilati alle diossine.” Benché lo studio, a quanto pare, metta in allarme solo per il caffè contenuto nelle cialde, a me pare che anche un comune espresso contenga una quantità di furano (43-146 ng/ml) vicina a quella delle cialde: questo vuol dire che il furano è presente in tutta la produzione di caffè. Aggiungo che non sappiamo quanto di questa sostanza tossica il nostro organismo possa tollerare o almeno non sono riuscito a trovare ricerche in tal senso. Mi sorge spontanea una domanda: ma da dove accidenti arriva questo furano, che ci fa nel caffè? Cioè, deriva dai metodi produttivi anche se sono corretti (es. tostatura) o non dovrebbe esserci in ogni caso?
FATE GIRARE, AVVISATE TUTTI